Con l'aumento delle temperature estive, diverse regioni italiane hanno emesso ordinanze per vietare il lavoro all'aperto nelle ore più calde, proteggendo la salute dei lavoratori. Queste misure riguardano principalmente i settori dell'edilizia, dell'agricoltura e della florovivaistica, dove il rischio di esposizione al sole è elevato. Il divieto è attivo nelle ore critiche dalle 12:30 alle 16:00 e si applica fino al 31 agosto 2024. Le ordinanze che applicano il divieto di lavoro per caldo estremo si basano sulle previsioni di rischio fornite da INAIL attraverso il progetto Worklimate, accessibile online.
Sono diverse le Regioni coinvolte che hanno emesso ordinanze che vietano il lavoro nelle ore più calde. Vediamole nel dettaglio.
Il Lazio è stata una delle prime regioni a introdurre restrizioni con un'ordinanza del 20 giugno, firmata dal presidente Francesco Rocca. Questa misura vieta le attività lavorative all'aperto nei settori agricolo, florovivaistico ed edile durante le ore più calde, con l'obiettivo di prevenire rischi per la salute legati al calore estremo.
In Puglia, il presidente Michele Emiliano ha emesso un'ordinanza il 10 luglio, che si aggiunge a una precedente del 18 giugno per il settore agricolo. Questa ordinanza estende il divieto di lavoro nelle ore calde anche ai settori edile e florovivaistico.
La Toscana ha introdotto simili restrizioni l'11 luglio, vietando il lavoro nei campi e sotto il sole dalle 12:30 alle 16:00. Questa misura mira a proteggere i lavoratori dai pericoli dello stress termico, particolarmente elevato nei settori agricolo e florovivaistico.
Il Molise ha seguito l'esempio con un'ordinanza del 16 giugno, che impone il divieto di lavoro all'aperto nelle giornate con rischio elevato di esposizione al calore, come indicato dalle mappe di INAIL. Questa misura si applica fino al 31 agosto e riguarda principalmente i settori agricolo, florovivaistico ed edile.
L'Abruzzo ha emesso un'ordinanza il 17 luglio, seguita dalla Sicilia il 17 e 18 luglio. Entrambe le regioni hanno adottato misure simili per vietare il lavoro nei settori agricolo, florovivaistico ed edile durante le ore più calde, specificando l'uso delle mappe di INAIL per determinare i giorni a rischio.
La Sardegna ha emesso un'ordinanza il 19 luglio, mentre l'Emilia Romagna ha seguito il 26 luglio con l'ordinanza n. 101. Quest'ultima entrerà in vigore il 29 luglio, estendendo il divieto fino al 31 agosto. Entrambe le regioni hanno implementato restrizioni simili a quelle delle altre regioni, con un focus sulla protezione dei lavoratori esposti al sole.
Anche la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, ha emesso un’ordinanza in linea con quelle che abbiamo visto finora, al fine di proteggere i lavoratori dalle ore più calde. L’ordinanza avrà una validità fino al 31 agosto 2024 e impone il divieto di lavoro all’aperto tra le 12.30 e le 16.00, nei settori agricolo, florovivaistico ed edile.
Le ordinanze mirano a prevenire incidenti e decessi sul lavoro causati dal caldo estremo, un rischio ben documentato da INAIL e altre associazioni di lavoratori. Secondo l'articolo 2087 del Codice Civile, i datori di lavoro sono obbligati a tutelare la salute e l'integrità fisica e morale dei lavoratori, adottando tutte le misure necessarie per garantire condizioni di lavoro sicure, incluso il controllo del microclima sul luogo di lavoro.
L'INAIL ha emesso varie note per guidare i datori di lavoro nella gestione del rischio calore, tra cui la Nota 5056 del 13 luglio 2023. Questa nota, insieme a precedenti comunicazioni come la prot. INL n. 4639 del 02/07/2021 e n. 3783 del 22/06/2022, fornisce indicazioni operative per proteggere i lavoratori durante i periodi di caldo estremo.
Diverse regioni italiane, tra cui Lazio, Puglia, Toscana, Molise, Abruzzo, Sicilia, Sardegna ed Emilia Romagna, hanno emesso ordinanze per vietare il lavoro all'aperto durante le ore più calde (12:30-16:00) a causa dell'aumento delle temperature estive. Queste misure, valide fino al 31 agosto 2024, mirano a proteggere i lavoratori nei settori agricolo, edile e florovivaistico dallo stress termico. Le ordinanze si basano sulle mappe di rischio fornite dal progetto Worklimate di INAIL e richiedono ai datori di lavoro di garantire condizioni sicure, come previsto dall'articolo 2087 del Codice Civile.