Non capita spesso di sentire Maurizio Landini, il segretario della Cgil, parlare apertamente contro Stellantis. E' successo oggi, 31 luglio 2024, ai microfoni di Tag24.it, quando gli è stato sottoposto il caso della vendita a un fondo americano, la One Equity Partners, di Comau, la società finora italiana specializzata nei processi di automazione, servizi di produzione e robot.
Le parole Landini a proposito di Comau, l'ultimo gioiello venduto di casa Stellantis
Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, da mesi è accusato, soprattutto da Carlo Calenda, di avere un atteggiamento troppo morbido con Stellantis. Fatto sta che oggi, interrogato a proposito dell'ultima vendita di un gioiello di casa - la Comau - a un fondo straniero, l'ha messa così:
"Sicuramente c'è un problema quando si vendono i gioielli di casa, soprattutto quando sono gioielli tecnologici. Ma c'è un problema più generale: Stellantis non sta facendo gli investimenti necessari, sta depotenziando gli stabilimenti che sono in cassa integrazione o in contratto di solidarietà. Non c'è alcun impegno per il futuro"
Per Landini, quindi, è arrivato il momento di prendere il toro per le corna e chiedere alla proprietà italiana e francese impegni precisi:
"Per questo c'è bisogno di una politica industriale del Governo. Il rischio è di assistere a una vera e propria deindustrializzazione, a una riduzione anche del nostro comparto manufatturiero. Serve il Golden Power? Servono tutti gli strumenti che si possono mettere in campo. Ma con Stellantis si deve parlare non solo di Comau. Siamo l'unico Paese che ha un unico produttore, francese, senza garanzie chiare nè produttive nè occupazionali"
Landini ha fatto presente che, oggi, in Italia, negli impianti Stellantis, c'è una capacità produttiva di un milione e mezzo di automobili. Ma sfruttata solo per un terzo:
"Non possiamo assistere in silenzio a un nostro progressivo ridimensionamento industriale. Tanto più che esso non riguarda solo l'automotive, ma anche l'elettrodomestico, la produzione di acciaio, le telecomunicazioni, e tutti i settori legati alle politiche energetiche. In più, siamo un Paese che non può continuare a dipendere da gas e petrolio senza mettere in campo una politica energetica che abbia l'obiettivo di renderci autonomi"
Landini, le firme contro l'Autonomia differenziata e il sindacato che fa politica: "L'obiettivo è quello di far tornare i cittadini a partecipare"
Il segretario della Cgil Maurizio Landini, poi, è stato interrogato anche sulle firme per giungere al referendum abrogativo dell'Autonomia differenziata. I numeri della partecipazione stanno dando ragione all'ampio schieramento che si è posto contro il dl Calderoli. Ma per Landini la lotta non deve essere tanto contro il Governo Meloni, ma per la partecipazione dei cittadini al fine di risolvere le problematiche, dalla sanità al lavoro, che li coinvolgono quotidianamente:
"Le oltre 350 mila firme già raccolte dimostrano che i cittadini hanno bisogno di buona politica, di una politica che torni ad occuparsi dei loro problemi"
Last but not least: ma è giusto che un sindacato faccia politica?
"Un sindacato fa anche politica perché si batte per i diritti di tutte le persone che per vivere hanno bisogno di lavorare e per garantire un futuro ai giovani che non sia fatto di sfruttamento e precarietà"