Cos’è l’intersessualità? Non accennano a placarsi le polemiche sollevate dal caso della pugile algerina Imane Khelif. L’anno scorso l’atleta era stata squalificata poco prima di disputare la finale del Campionato Mondiale di pugilato di Nuova Delhi 2023.
Un test aveva infatti evidenziato un tasso di testosterone decisamente elevato per un soggetto di genere femminile. La successiva analisi del DNA aveva invece dimostrato come Imane Khelif possedesse cromosomi XY e pertanto avesse finto di essere donna.
L’anomalia sarebbe però riconducibile alla condizione di intersessualità e per tale motivo l’organizzazione delle Olimpiadi di Parigi 2024 ha ritenuto idonea la sua partecipazione ai giochi. Oggi, giovedì 1° agosto 2024, salirà sul ring per affrontare l’italiana Angela Carini nella categoria dei pesi welter.
Della questione ha parlato anche il mondo della politica nazionale. In particolare l’attuale vice Presidente del Consiglio e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha etichettato come trans l’atleta algerina e ha definito la sua partecipazione altamente pericolosa per l’incolumità delle avversarie donne.
Il leader della Lega ha anche riportato le parole di un pugile messicana che aveva affrontato Imane Khelif di recente. I suoi colpi sono stati più potenti di qualunque altra atleta affrontata nel corso della sua carriera e addirittura più dolorosi di quelli inferti da sparring partner maschili.
Il Comitato Internazionale Olimpico però avrebbe reputato idonei i suoi livelli ormonali e per tale motivo ha autorizzato Imane Khelif a competere nel torneo femminile.
Il termine intersessualità descrive tutte quelle persone che hanno caratteri sessuali non definibili unicamente come maschili o femminili, e di conseguenza hanno corpi che non rispondono completamente alla tradizionale definizione di genere.
L’anomalia dei caratteri sessuali avviene al momento dello sviluppo del feto, pertanto la definizione di intersessualità non acquisibile e, al tempo stesso, non rientra nemmeno nei concetti tipicamente binari.
Occorre poi sottolineare che l’intersessualità non si manifesta con caratteristiche uguali per tutti. Esistono infatti diverse forme che differiscono tra loro in base alle modificazioni fisiche e non riguardano solo elementi visibili come appunto ai genitali. L’intersessualità, infatti, non è intesa come sinonimo di ermafroditismo ma indica una condizione molto più ampia.
Le variazioni che determinano la condizione di intersessualità possono infatti riguardare i livelli ormonali, i marker genetici, gli organi interni di riproduzione e addirittura i cromosomi.
Poiché alcune di esse possono manifestarsi solo dopo anni dalla nascita, il soggetto potrebbe ignorare la propria condizione di intersessualità fino ad una certa fase della vita.
In particolare le variazioni al sistema ormonale si manifesteranno soltanto nella fase puberale, mentre le anomalie cromosomiche possono essere individuate solo ed esclusivamente attraverso superfici test medici.
Il dato riferito alle persone intersessuali è assai incerto. Alcuni studi parlano di oltre l’1,5% della popolazione mondiale, mentre altre stime indicano come i soggetti nati con genitali ambigui siano in numero compreso tra lo 0,02 e lo 0,05 % in tutto il pianeta.
Sebbene le variazioni genetiche non comportino nella stragrande maggioranza dei casi problemi alla salute, i soggetti intersessuali sono spesso costretti a ricorrere ad interventi medici per le conseguenze che tale condizione determina nella loro vita sociale.
L’intersessualità è, dunque, una condizione relativa al sesso biologico e le cui variazioni hanno esclusivamente natura genetica. Per tale motivo esiste una enorme differenza con la transessualità. Con questo termine infatti si indicano tutte quelle persone che si riconoscono in un’identità di genere differente da quella biologica.
Questi individui, dunque, non hanno anomalie fisiche e biochimiche tali da che il loro corpo non rientri nella definizione scientifica di genere. Essere transgender o non binari è infatti puramente legata all’identità di genere.
La confusione potrebbe però essere alimentata da quei soggetti che, intersessuali dalla nascita, non si identificano né nel genere maschile né in quello femminile e allora si dichiarano non binari. Tuttavia questa definizione è aggiuntiva e non è da intendere come sinonimo della condizione di intersessualità.