Il ritiro di Angela Carini nel match di pugilato contro Imane Khelif ha diviso la politica italiana. Il governo sostiene la decisione, giudicando iniqua la scelta del CIO di far gareggiare un'atleta intersessuale con elevate quantità di testosterone, mentre le opposizioni concentrano i loro attacchi sull'ennesima dimostrazione di intolleranza che i partiti di maggioranza hanno realizzato contro la comunità LGBTQIA+.
A perderci sono stati sicuramente lo sport alle Olimpiadi ma anche la stessa Carini, che forse non ha retto alle pressioni prima della gara.
Un gioco al massacro in cui sono finite tritate due atlete, Imane Khelif ed Angela Carini. Il risultato della loro sfida di pugilato alle Olimpiadi parigine va al di là di ciò che è effettivamente successo (l'italiana si è ritirata dopo 45 secondi di match), per arrivare fra i politici italiani con grande fragore e molte dichiarazioni.
Dal governo si loda la scelta di Carini, il cui ritiro sembra un secco no alla decisione del CIO di far gareggiare un'atleta intersessuale come Khelif; dalle opposizioni si parla dell'ennesimo esempio di attacchi e discriminazione verbali verso la comunità LGBTQIA+. Ne è convinta Laura Boldrini del PD, il cui commento sulla vicenda mette in luce anche i risvolti sulla stessa Carini.
L'esponente napoletana dei pesi welter rischia così di essere ricordata per un rifiuto ideologico, schiacciata dai commenti negativi prima del match, mentre per Boldrini il governo si è dimostrato ancora una volta intollerante:
La deputata del PD non rinuncia a ricordare le proprie posizioni sull'argomento, essendosi distinta spesso in passato (anche quando occupava posizioni governative) affinché la comunità LGBTQIA+ non subisse ulteriori discriminazioni. Se Khelif ha potuto partecipare alle Olimpiadi parigine è perché il CIO ha stabilito ciò, anche se in questi anni non c'è ancora un consenso unanime sulla questione.
Atleti transessuali ed intersessuali sono costretti ad attendere che si formi prima un consenso su cosa significhi partecipare alla pari, per poi poter gareggiare senza problemi. Da qui Boldrini attacca gli esponenti del governo sulla loro pretesa di metter bocca anche sull'organizzazione olimpica:
Anche dal lato di +Europa, con il segretario Riccardo Magi, si pone l'accento su quanto la diffusione di notizie tendenziose ed errate su Khelif abbia contribuito (e non poco) ad avvelenare il clima prima dell'incontro con Carini.
Nonostante il CIO si sia espresso in precedenza, i partiti conservatori e di destra non hanno perso l'occasione per rilanciare la loro agenda di netta separazione (in fatto di diritti) fra donne che lo sono biologicamente e donne che invece lo sono dopo un periodo di transizione.
E' su quest'aspetto che si concentra il commento di Magi, che ricorda come la commistione fra politica e sport spesso non produca risultati positivi:
Naturalmente le accuse rivolte alle forze della maggioranza da parte dei partiti d'opposizione non possono essere raccolte senza un'adeguata risposta. Se da un lato si critica (anche) il comportamento di Carini, per aver abbandonato così presto la competizione, dall'altro si rifiuta l'idea di averle fatto in alcun modo pressione per ottenere questo risultato.
Come detto, la chiave politica della vicenda non sfugge a molti e si ritiene quindi che le idee sull'identità di genere espresse dal governo in questi mesi verranno usate anche per difendere Carini. Non è però dello stesso avviso Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera per Fratelli d'Italia.
Nessuna ingerenza governativa sul CIO o sull'atleta italiana, ma altresì non si accetta l'idea che la destra strumentalizzi l'episodio a proprio vantaggio. Anzi, secondo Rampelli è la sinistra ad aver piegato il ritiro di Carini per i propri scopi, dimenticando che in altre occasioni aveva assunto posizioni opposte a quelle odierne:
La tossicità di questa contrapposizione, ma anche delle notizie errate circolate nelle ore precedenti al match su Khelif, si è poi riverberata anche sui telecronisti della Rai. Rampelli critica in modo netto le loro parole: non si può dimenticare che, nonostante tutto, gli atleti e le atlete che gareggiano alle Olimpiadi spesso subiscono decisioni che rovinano anni di allenamenti.