I periodi festivi amplificano le emozioni, non solo mettono ansia, ma aumentano considerevolmente i disturbi psicologici. Tant'è che c'è gente che si sente male. E' come uscire da una bolla protettiva ove eravamo immersi. Tra le cause: il cambio delle abitudini quotidiane; degli gli equilibri, scombussolati da un nuovo improvviso ordine a cui abituarsi, e che, per forza di cose, sottopone a stress. Così, il Ferragosto, il Natale e la Pasqua, per fortuna più breve, sono accomunati da cambiamenti che, anziché tolgono serenità.
"Sono periodi che portano un'ombra di malinconia, stress, solitudine, emozioni contrastanti. Moltissime statistiche mettono in luce l'aumento di richieste di presa in carico per problemi psicologici - ha spiegato la dottoressa Maria Pina Pesce, a TAG24 - i sintomi più evidenti sono disturbi legati al sonno, alla digestione, all'ansia, alla tristezza, al mal di testa, ai disordini alimentari."
"I periodi festivi mettono tutto sotto una lente di ingrandimento che attiva in noi preoccupazioni, per le aspettative nostre e altrui, e molte difese, nei confronti di parenti e amici che normalmente teniamo diplomaticamente all'oscuro di alcune aree della nostra vita, cadono - ha aggiunto la psicoterapeuta - tutto l'anno siamo immersi in una bolla lavorativa, personale, privata che apparentemente ci mette al sicuro."
L'arrivo delle vacanze, sia estive che invernali, è un momento di bilanci tra passato e aspettative future. Così, naturalmente, sfugge il presente. "L'incapacità di vivere il qui e ora vede l'acutizzarsi di diversi disagi come ansia, attacchi di panico, o sintomi depressivi, ciò è dovuto al fatto che molte delle nostre emozioni più profonde, come la paura, la rabbia, la tristezza, invadono spazi che normalmente sono tenuti sotto ferreo controllo. A queste si sommano spesso fatica, stanchezza, frustrazioni - fa notare Maria Pina - figli di un intero anno che volente o nolente mette tutti noi di fronte ad una resa dei conti più o meno positiva. Se inoltre siamo reduci da un fallimento lavorativo, di coppia, o stiamo gestendo un trauma, dovuto ad un lutto o altro, è facile che un periodo fatto di sorrisi, gioia, regali, felicità metta seriamente in crisi le nostre difese."
"Con sincerità. Non è necessario mostrarsi per forza sorridenti, e felici, dobbiamo ascoltarci. Rispettiamoci, seguendo i nostri bisogni; diamoci delle priorità e affrontiamo ciò che siamo in grado di affrontare. Non facciamo ciò che non desideriamo. Ognuno porta uno zaino di esperienze sulle spalle, che non sempre è disposto a renderlo visibile. Concediamoci tutto il tempo di cui abbiamo bisogno per ascoltarci, e dare alle nostre emozioni la possibilità di parlare con noi. Promuoviamo la cultura della comprensione - ha aggiunto l'esperta - sospendiamo il giudizio impietoso che costringe tutti a provare emozioni socialmente accettabili per il periodo festivo. Essere autentici è il più bel regalo che si possa offrire a noi stessi e agli altri."
"Pratica la consapevolezza del momento presente. Quando senti che le preoccupazioni passate stanno emergendo, concentra la tua attenzione sulle sensazioni fisiche, sul respiro o sull'ambiente circostante. Respira profondamente per alcuni minuti per ritrovare il tuo centro nel qui e ora. Posa lo sguardo su un oggetto, su di un particolare, e muoviti verso di esso, questo ti aiuterà a interrompere il flusso dei pensieri frustranti. In ultimo, ma non per importanza, direi che provare emozioni esattamente opposti a momenti di gioia propri delle festività, è abbastanza trasversale - si è congedata Maria Pina Pesce - i soggetti più 'sensibili' certamente avvertiranno maggiori difficoltà."