Alla fine, è arrivato anche il commento più atteso. Anche se in pochi potevano aspettarsi un giudizio tanto severo da parte del Vaticano in merito alla rappresentazione dell'Ultima Cena di Leonardo che ha caratterizzato la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi 2024.
Difficile ricordare, infatti, prese di posizione con toni tanto forti da parte della Chiesa, fatta eccezione per gravi questioni di risonanza internazionale come le guerre attualmente in corso.
Ne avevano parlato tutti, ma proprio tutti, nelle ore (o anche nei minuti) immediatamente successivi all'inaugurazione dei Giochi Olimpici, lo scorso 26 luglio.
Uno dei dodici quadri artistici che hanno attraversato la Senna sembrava raffigurare, infatti, il celebre dipinto di Leonardo da Vinci con drag queen e artisti queer al posto del Cristo e degli apostoli.
Una scelta in omaggio ai valori di Libertà, uguaglianza, fratellanza della Francia e dell'Occidente che, però non era piaciuta alla destra conservatrice, che aveva subito attaccato l'iniziativa e il suo ideatore, il direttore artistico Thomas Jolly, raggiunto anche da minacce di morte.
Ecco, dunque, l'europarlamentare di Fratelli d'Italia Nicola Procaccini paragonarla a un Gay Pride, e il vicepremier Matteo Salvini parlare di insulto a "miliardi di cristiani nel mondo".
Aprire le Olimpiadi insultando miliardi di Cristiani nel mondo è stato davvero un pessimo inizio, cari francesi. Squallidi. #Paris2024 pic.twitter.com/3RpNvUundd
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) July 27, 2024
L'unica reazione mancante era quella della Santa Sede. Fino a oggi, 3 agosto, in cui è arrivata attraverso una nota diffusa da Vatican News.
Un comunicato scarno ma durissimo, nel quale viene espressa tristezza per quanto assistito durante la cerimonia, che il Vaticano definisce senza mezzi termini un'offesa.
La nota prosegue sottolineando la 'stonatura' tra un evento, le Olimpiadi, nate con lo scopo di unire popoli e culture diverse, e quelle immagini che, si legge, "ridicolizzano le convinzioni religiose di molte persone".
E, quasi a voler respingere eventuali repliche che potrebbero appellarsi alla libertà di espressione, la Santa Sede conclude il comunicato chiarendo che essa "ovviamente non è in discussione" ma che, tuttavia, deve trovare il suo "limite nel rispetto degli altri".