Con la definizione delle regole del concordato preventivo biennale del 2024 e 2025, ad alcune categorie di lavoro l'adesione alla proposta del Fisco conviene di più rispetto ad altri autonomi e professionisti. Ad esempio, a un libero professionista che consegua dei redditi straordinari nel periodo di validità del concordato. Oppure all'ex dipendente che si sia messo in proprio.
Il termine per aderire alla proposta del Fisco, da manifestare mediante la piattaforma telematica messa a disposizione sul portale dell'Agenzia delle entrate, è fissato al 31 ottobre 2024, coincidente con la scadenza per presentare la dichiarazione dei redditi. Interessati alla proposta del Fisco sono in 4,6 milioni di lavoratori autonomi: i potenziali fruitori del concordato preventivo si stimano in 2,7 milioni di soggetti Isa e in 1,9 milioni di partite Iva a regime forfettario.
Proprio per questi ultimi si tratta di una tassazione ancora più agevolata dell'attuale flat tax del 15 per cento, da adottare in via sperimentale per il solo 2024. Per i soggetti Isa, invece, la proposta riguarderà l'intero biennio 2024 e 2025.
Per alcune categorie di lavoratori autonomi partite Iva forfettarie o soggetti alle pagelle Isa l'adesione al concordato preventivo biennale 2024 e 2025 potrebbe essere più conveniente di altri soggetti ai quali pure è indirizzata la proposta. A partire dal libero professionista che ottenga un reddito straordinario proprio in concomitanza del periodo di sperimentazione annuale o biennale del concordato preventivo.
Chi, ad esempio, in questo periodo riceva dei redditi straordinari per un incarico vantaggioso dal punto di vista dei guadagni, potrebbe trovare particolarmente conveniente dire "Sì" alla proposta dell'Agenzia delle entrate.
Un vantaggio amplificato all'adesione al concordato preventivo potrebbero trovarlo gli ex dipendenti che si siano messi in proprio. La proposta dell'Agenzia delle entrate, infatti, arriverà anche a quei dipendenti che abbiano svolto un secondo lavoro con partita Iva.
Si pensi, ad esempio, a un medico ex dipendente che si sia messo in proprio nel periodo di riferimento del concordato preventivo. Il professionista ex dipendente, che nel 2023 sia entrato a regime come lavoratore autonomo e che abbia fatturato alla struttura non più da dipendente ma da partita Iva, avrebbe un taglio di imposta consistente aderendo al concordato preventivo.
L'adesione al regime di concordato preventivo potrebbe risultare un affare, in termini di risparmio di tassazione, per le società immobiliari che abbiano ottenuto introiti a crescere negli anni 2024 e 2025.
Ad esempio, la crescita potrebbe manifestarsi grazie a nuove locazioni a canoni più consistenti. Ulteriori possibilità di maggiori introiti potrebbero realizzarsi grazie al collocamento di un immobile non affittato o all'aumento di canoni, via via più alti, grazie a interventi di ristrutturazione effettuati dall'inquilino nei periodi iniziali della locazione stessa.
In linea generale, per i soggetti che avranno la possibilità di aderire al concordato preventivo biennale anche nel 2024, la previsione dei ricavi può risultare più difficile da stimare. Ma, per chi deve prestare attenzione alle pagelle Isa, un contratto di fornitura già stipulato all'interno della propria filiera, che garantisca la possibilità di effettuare una stima più puntuale sui ricavi già da quest'anno, potrebbe essere una fondamentale occasione di aderire alla proposta di concordato perché giudicata particolarmente vantaggiosa.
Infine, per i titolari di partita Iva con un numero di committenti limitati (uno o pochissimi), la previsione dei ricavi dell'anno 2025 potrebbe risultare agevolata. In tutte le occasioni di stima di redditi particolarmente alti proprio in concomitanza del periodo di sperimentazione del concordato preventivo biennale si potrebbe rivelare vantaggioso.