Il recente Decreto Omnibus, approvato nel Consiglio dei Ministri il 7 agosto 2024, ha apportato una modifica significativa alla scadenza prevista per la rivalutazione dei valori di acquisto di terreni e partecipazioni. Inizialmente fissato al 30 giugno 2024, il termine per beneficiare di questa agevolazione è stato prorogato al 30 novembre 2024. Questo slittamento rappresenta un'opportunità importante per i contribuenti, permettendo loro di rivalutare il costo di acquisto di terreni edificabili, agricoli e di partecipazioni possedute al 1° gennaio 2024, fuori dal regime d’impresa, con l’obiettivo di ridurre l’impatto fiscale su eventuali future plusvalenze.
L'accesso alla rivalutazione dei terreni e delle partecipazioni è riservato a specifici soggetti. Tra questi troviamo:
È importante sottolineare che sono esclusi dalla possibilità di rivalutare i terreni e le partecipazioni i soggetti che detengono tali beni nell'ambito di un'attività imprenditoriale, ossia i titolari di reddito d’impresa.
Il regime di rivalutazione riguarda non solo i terreni, ma anche le partecipazioni. In particolare, possono essere rivalutate:
Per poter avvalersi della rivalutazione nel 2024, le partecipazioni devono essere possedute alla data del 1° gennaio 2024. La rivalutazione consente di affrancare, in tutto o in parte, le plusvalenze conseguite, riducendo così l'impatto fiscale futuro.
La procedura per accedere alla rivalutazione richiede alcuni passaggi fondamentali:
L’imposta sostitutiva si calcola sull’intero valore della perizia giurata. Secondo quanto previsto dall’art. 9, comma 4, lettera a) del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), il valore normale di partecipazioni e terreni viene determinato sulla base della media aritmetica dei prezzi rilevati nel mese di dicembre 2023 per le quote e i diritti negoziati nei mercati regolamentati o nei sistemi multilaterali di negoziazione.
La proroga al 30 novembre 2024 non solo offre più tempo ai contribuenti per completare la procedura di rivalutazione, ma ha anche importanti effetti economici. In particolare, questa estensione temporale favorisce la contendibilità delle piccole e medie imprese (PMI), aiutando a preservarne la competitività sul mercato. Inoltre, la proroga fornisce un impulso alle operazioni di riorganizzazione aziendale, facilitando il passaggio generazionale all'interno delle imprese familiari, un aspetto cruciale per la continuità e la stabilità delle stesse.
Un altro effetto positivo della proroga è la possibilità di utilizzare il bilancio di esercizio 2023 per effettuare la rivalutazione, evitando così la necessità di redigere un bilancio infrannuale. Questa semplificazione rappresenta dunque un vantaggio operativo per le imprese, riducendo i costi amministrativi e aumentando l’efficienza della gestione contabile.
Un aspetto importante da considerare è che, in caso di vendita della partecipazione a un valore inferiore a quello stabilito nella perizia, non si perde il beneficio dell’affrancamento. Questo significa che la decadenza dal regime di rivalutazione non si verifica automaticamente in presenza di minusvalenze, a meno che non vengano realizzate con modalità che ne invalidino gli effetti. La rivalutazione consente quindi una maggiore flessibilità nella gestione degli asset patrimoniali, permettendo ai contribuenti di sfruttare al meglio le opportunità di mercato senza compromettere i vantaggi fiscali acquisiti.