Oggi, 11 agosto, l'Italia ha chiuso le Olimpiadi di Parigi 2024 conquistando per la prima volta nella storia l'oro nella pallavolo femminile. Protagoniste della squadra allenata dall'argentino Julio Velasco, due atlete nere: Paola Egonu e Myriam Sylla. La prima è nata a Cittadella, in provincia di Padova, da genitori nigeriani. La seconda a Palermo, da una coppia ivoriana. Sono, quindi, due italiane a tutti gli effetti. Fatto sta che le loro caratteristiche somatiche stanno facendo discutere molto sui social, non solo per le convinzioni dell'europarlamentare della Lega Roberto Vannacci.
Al centro dell'attenzione mediatica, dopo la conquista dell'oro della nazionale femminile di pallavolo, sono finiti, oltre a quelli di Vannacci, due tweet del giornalista Bruno Vespa. Perché? Il primo è stato questo
A parte il nome scritto male di Egonu, il fatto che il conduttore di Porta a Porta abbia sottolineato che due ragazze italiane fossero un "esempio di integrazione vincente" ha scatenato molti commenti negativi. Al giornalista molti hanno fatto presente che sono due ragazze italiane e che rappresentano in pieno la nuova Italia multietnica anche nello sport. Non hanno, di conseguenza, alcuna necessità di "integrarsi" perchè già nate italiane a tutti gli effetti. Fatto sta che a queste critiche Vespa ha ribattuto con un secondo tweet
Nemmeno questa spiegazione è riuscita a placare le polemiche. Del resto, se Egonu e Sylla non avessero trascinato le Azzurre all'oro olimpico nella finale con gli Stati Uniti, la loro integrazione non sarebbe stata considerata "riuscita benissimo"?
Così, in serata, Vespa, al fine di spiegare meglio la sua posizione, è intervenuto anche nel corso della trasmissione di La 7 In Onda condotta da Marianna Aprile e Luca Telese. E ha fatto quest'esempio:
In realtà, sotto l'aspetto politico, la questione nata attorno a Egonu e Sylla scopre un nervo scoperto: quello della cittadinanza per gli immigrati e per i loro figli. Da tempo si reclama una legge più progressista in tal senso. Ma le proposte di ius soli e quella più moderata di ius scholae si sono arenate. Questo, sebbene, secondo Save the Children, nell’anno scolastico 2021/2022, gli studenti senza cittadinanza italiana fossero ben 872.360 e rappresentassero il 10,6% degli iscritti nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie delle nostre città.