In questi giorni di Ferragosto, la politica italiana sta dimostrando di sapersi accendere anche per una sigaretta. Sui social, infatti, è motivo di scontro quella che si è fumato il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro nel carcere di Brindisi. Motivo? Il rappresentante del Governo Meloni l'ha fatto proprio accanto al cartello che, all'interno della casa circondariale, avvertiva 'Vietato fumare'. Ad incastrare il sottosegretario è stata una fotografia prima postata sui suoi profili social e poi rimossa che lo vedeva abbracciato con un'altra persona per la più tipica foto ricordo, ma con la mano destra reggere la sigaretta. Sta di fatto che quella del fumo vietato non è l'unica polemica che Delmastro ha suscitato in queste ore. Aver specificato, da parte sua, di essere andato in visita nelle carceri per incontrare il personale amministrativo e di polizia e non i detenuti, ha suscitato le ire di Gian Domenico Caiazza, ex presidente delle Camere penali e recentemente candidato alle europee per la lista Stati Uniti d'Europa.
Il sottosegretario Andrea Delmastro, già in passato al centro delle polemiche, come nel caso dello sparo di Capodanno ad inizio 2024, prima di Ferragosto, ha postato sui social una serie di foto che testimoniavano la sua presenza in vari carceri, tra cui quelli di Taranto e Brindisi. Ma, evidentemente, ha sottovalutato l'attenzione con la quale anche in questi giorni di festa gli utenti seguono i social. Infatti, in parecchi hanno riproposto la foto che lo ritraeva con una sigaretta in mano vicino al cartello 'Vietato fumare' commentandola col ritornello "Ecco cosa fa chi dovrebbe dare il buon esempio e invece si sente un intoccabile". Le critiche sono state talmente tante che Delmastro (o il suo social media manager) ha deciso di cancellare quella foto. Anche se era già troppo tardi: il post riveduto e corretto non è servito a calmare il popolo del web:
Fatto sta che Andrea Delmastro ha reso le sue ferie ferragostane ancor più incandescenti non solo per una questione di fumo (e di sigaretta), ma anche - si direbbe - di arrosto. Le sue parole sui motivi per cui faceva il suo tour estivo nelle carceri italiane non sono passate inosservate agli occhi di Gian Domenico Caiazza, già presidente dell'Unione delle Camere Penali:
Il penalista che in passato ha fatto parte anche del pool che difese Enzo Tortora, ha poi specificato: