Dal "complotto" alla lista di proscrizione: il fine agosto di Fratelli d'Italia non passa tranquillo, fra una denuncia per un possibile ribaltone al governo e l'allarme perché alcuni suoi esponenti sono stati accusati di sionismo.
A realizzare la lista è stato il Nuovo PCI, che sul proprio sito ha indicato un grande insieme di giornalisti, imprenditori e politici che sarebbero al soldo di Israele e della sua macchina politico-militare: l'obiettivo sarebbe quello di favorire e far avanzare le "strategie di oppressione verso il popolo palestinese".
Da FdI e da Italia Viva sono arrivati molti attestati di solidarietà per le persone inserite in quella lista. Vediamo in quest'articolo chi sono.
Giornate calde, quelle di fine agosto, per Fratelli d'Italia. Oltre al possibile "complotto" per accusare di traffico di influenze Arianna Meloni, sorella della premier Giorgia, è comparsa anche una lista di proscrizione che coinvolge in parte il partito.
A pubblicarla sul proprio sito ufficiale è stato il Nuovo PCI, partito politico di ideologia comunista. Sotto il nome di "Avviso ai naviganti 145", chi ha compilato la lista attacca la presenza in Italia di una "quinta colonna" sionista che destabilizzerebbe in ogni settore l'attività politica, economica, sociale, culturale e militare dello stato italiano.
Scorrendo la lista si può trovare davvero di tutto, dalle grandi aziende che collaborano anche con Israele in diversi progetti anche militari (Leonardo) o perché fondi d'investimento - come Sixth Millennium Venture Capital - o a quelle israeliane che operano in Italia (come Tower Semiconductor). Ma tutti questi enti e persone di cosa sono accusate di preciso?
Come si legge sullo stesso sito del Nuovo PCI:
Arrivando ai nomi, ce ne sono davvero d'importanti e Fratelli d'Italia si è concentrato in particolare su Ester Mieli, senatrice per FdI dal 2022 ed ex portavoce della comunità ebraica di Roma fino al 2011.
Gli altri "sionisti" della lista di proscrizione sono Nicola Porro, Maurizio Belpietro, Vittorio Feltri, Daniele Capezzone, Mario Sechi, Carlo De Benedetti, Leonardo Maria del Vecchio, Noemi Di Segni, Enrico Mentana, Aldo Cazzullo, Roberto Sergio, Federico Rampini, Ernesto Galli Della Loggia, Sara Funaro (sindaca di Firenze), John Elkann, Giampiero Mughini, Claudio Cerasa, Pierluigi Battista, Micol Flammini, e così via.
Va considerato che nella lista di proscrizione del Nuovo PCI a fare la parte del leone sono i giornalisti, colpevoli di sostenere attivamente le "attività sioniste" dello stato israeliano in Italia.
Al secondo posto, per numero, ci sono quelle aziende "attive in Italia ed esponenti che dirigono, posseggono quote, hanno ruoli preminenti o fanno parte dei Consigli di Amministrazione di tali società o di enti e istituzioni attivi in questo campo": un esempio sono Haifa Groups/Haifa Chemicals Italia, multinazionale di fertilizzanti, e Telit Communications Limited, azienda specializzata nella tecnologia radio.
Nella ridda di nomi presenti nella lunga lista di proscrizione del Nuovo PCI, i nomi dei presunti agenti sionisti sono, come detto, molto famosi e conosciuti: sarà capitato a tanti di sentirli nominare nelle più svariate occasioni.
La polemica politica in questo momento si concentra sui possibili risvolti di quest'operazione. Soprattutto da FdI si sottolinea come additare certe persone di una qualifica così grave potrebbe spingere qualcuno ad azioni inconsulte e violente, aggressioni fisiche o minacce verbali che nulla hanno a che vedere con il dibattito politico. Ad agenti sionisti, ad esempio, è stata attribuita l'aggressione che lo chef Rubio ha subìto alla metà di questo maggio.
E' dal partito di Giorgia Meloni che provengono la maggior parte delle dichiarazioni, in solidarietà e a difesa non soltanto di Mieli ma anche delle altre figure professionali presenti nella lista. Il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan, è stato uno dei primi a chiedere alla sinistra di dissociarsi dall'azione del Nuovo PCI:
Parole simili sono giunte da Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, e dal vicepresidente di FdI in Senato, Marco Scurria. Chi promette invece un'azione di interrogazione parlamentare è il deputato di Fratelli d’Italia Francesco Filini:
Il giro di dichiarazioni viene concluso da Italia Viva, che con Maria Elena Boschi e Raffaella Paita giudicano "delirante" la pretesa del Nuovo PCI di additare come sionisti personalità politiche, giornalistiche ed imprenditoriali italiane. L'auspicio, come afferma Paita, è che si faccia al più presto chiarezza: