Se fossimo in un film western, quello che si sta consumando nel centrosinistra avrebbe tutti i connotati del duello in stile "Mezzogiorno di fuoco". Al posto di Gary Cooper e Ian McDonald del capolavoro di Fred Zinnermann, ecco Matteo Renzi e Giuseppe Conte, uno di fronte all'altro per decidere i destini non della cittadina di Hadleyville ma del campo largo, disputa nella quale interviene oggi, 9 settembre 2024, Maria Elena Boschi, fedelissima del leader di Italia viva.
Il suo ruolo appare non molto diverso da quello ricoperto da Grace Kelly nella pellicola del 1952: al fianco del suo sceriffo, pronta anche lei a fare fuoco contro i suoi avversari in caso di necessità. Ed è proprio quello che fa, rivolgendosi a Giuseppe Conte...
Lo scontro tra i due leader vive ormai di continui botta e risposta, tra comizi, dichiarazioni a mezzo stampa o attacchi diretti sui rispettivi social. A Renzi che dice di non porre veti e di voler sotterrare l'ascia di guerra replica il leader pentastellato che non si fida dell'ex sindaco di Firenze e non perde occasione per accusarlo di voler solo sfruttare il campo largo per risollevare le proprie sorti politiche, in caduta libera dopo il flop alle Europee.
Le prospettive per una riappacificazione sembrano, dunque, lontane e siamo pronti a scommettere che le frasi pronunciate oggi da Maria Elena Boschi ai microfoni dell'inviato di TAG24 Michele Lilla non aiuteranno a distendere gli animi.
Boschi esordisce dicendo di non accettare "lezioni di coerenza da Conte", ricordando la sua esperienza di governo al fianco della Lega di Matteo Salvini e i decreti sicurezza sull'immigrazione firmati quando era presidente del Consiglio. La deputata di Italia viva conferma, infine, la disponibilità del suo partito a discutere anche con Conte su "come alzare gli stipendi agli italiani e come mettere più risorse nella sanità e nella scuola".
Un piccolo spiraglio di apertura e dialogo oppure, come pensano i più maligni, un atteggiamento di facciata che nasconde l'ennesima trappola di Renzi al centrosinistra?
È questo il difficile interrogativo dal quale dipendono le sorti del campo largo. Dubbi e perplessità che ricadono, inevitabilmente, sul Partito democratico e la sua segretaria Elly Schlein.
La leader dem, chiudendo ieri la Festa nazionale dell'Unità a Reggio Emilia, oltre a esprimere le sue preoccupazioni per la nomina a premier di Michel Barnier in Francia, ha ribadito la sua linea "ostinatamente unitaria" per la formazione di quella che ha definito una "piattaforma per governare" basata sull'accordo tra le varie anime del centrosinistra. Tuttavia, nel suo lungo intervento, il nome di Matteo Renzi non è mai stato pronunciato, sintomo dei timori evidenti che ancora circondano l'eventuale apertura all'ex segretario del Pd.