Lo scorso 3 settembre, due giorni dopo una rivolta con 3 evasi e 8 feriti, l'eurodeputata di The Left Ilaria Salis ha lanciato la proposta di chiudere il carcere minorile di Milano, il Cesare Beccaria, assieme a tutte le altre case circondariali che ospitano gli under 18. "Come evidenziato dall'associazione Antigone - ha scritto l'attivista sui suoi profili social - l'Italia, in passato, grazie alla capacità di rendere residuale la risposta carceraria per minori puntando su un approccio di tipo educativo, è stata un modello positivo di giustizia penale minorile in Europa e nel mondo. Ma questo modello è stato progressivamente smantellato con la chiusura di sempre più comunità per minori e la riduzione delle reti territoriali di assistenza e protezione a causa del sistematico sottofinanziamento pubblico".
Ilaria Salis ha lamentato il fatto che "le opportunità per percorsi alternativi alla detenzione stanno diminuendo drasticamente, soprattutto per tutti quei ragazzi che già in partenza hanno minori possibilità. Di conseguenza, la detenzione, anziché essere intesa come extrema ratio, diventa la soluzione normale, una scelta peraltro incentivata dagli ultimi decreti governativi che hanno ampliato la possibilità di ricorso alla custodia cautelare in carcere".
Per l'europarlamentare eletta in Italia tra le fila di Alleanza Verdi e Sinistra, quindi, è ora di invertire la rotta: chiudere le carceri minorili. Ma i leader di Avs sono d'accordo con lei? Oggi, 11 settembre 2024, Lorenzo Brancati di Tag24.it lo ha chiesto ad Angelo Bonelli.
Quando Ilaria Salis, la scorsa settimana, ha lanciato l'idea di chiudere le carceri minorili, sui social, complice anche la tragedia di Paderno Dugnano del 17enne che ha sterminato padre, madre e fratellino che si era consumata da poco, è stata attaccata da moltissime persone. Ma Avs, il partito che in Italia l'ha fatta eleggere a Bruxelles salvandola dalla detenzione in Ungheria, che posizione ha? Uno dei suoi leader, Angelo Bonelli, ai microfoni di Tag24.it, ha fatto capire che si tratta di una questione controversa e aperta:
Stando ai dati del Dipartimento per la Giustizia minorile diffusi nel 2023, il tasso di recidiva dei minori è superiore per chi è stato in carcere rispetto a chi ha usufruito di misure alternative, come ad esempio lo strumento della messa alla prova. Quest'ultimi hanno fatto segnare un tasso di recidiva del 20% nei 76 mesi successivi alla commissione del reato. I minori che hanno subito altre misure, tra cui il carcere, invece, hanno avuto un tasso di recidiva del 31%.