Francesca Pascale contro Giorgia Meloni. Torna a parlare l'ex compagna di Silvio Berlusconi, e lo fa in modo piuttosto pesante e senza alcun filtro. Sceglie la platea di "Otto e mezzo", su La 7, la nota trasmissione di Lilli Gruber e al tempo stesso sceglie parole e termini piuttosto forti, parlando soprattutto del caso legato a quanto è successo a Gennaro Sangiuliano, ex ministro della Cultura, e Maria Rosaria Boccia.
Qualche giorno, c'è da ricordare che la stessa Francesca Pascale, aveva fatto parecchio discutere con un post pubblicato sul proprio profilo Instagram riferendosi al caso Sangiuliano-Boccia, aveva scritto la parola Dilettanti sopra una foto di Silvio Berlusconi e l'hashtag "Silvio ci manchi". Apriti cielo. Le hanno detto di tutto e di più, soprattutto a destra, accusandola di aver fatto un paragone irriverente e del tutto fuori luogo.
Ed è lei stessa che cerca di spiegare cosa volesse dire in quel post, anche perché nei confronti di Silvio Berlusconi non ha mai nascosto, né mai rinnegato il suo amore e il suo affetto. "Con quel post abbastanza irriverente su Berlusconi intendevo dire che l'attuale governo non è bravo nemmeno a commettere gli errori di Berlusconi. L'ho fatto in modo abbastanza frivolo, non credevo di suscitare così tanta critica. Mi ha fatto piacere ma significa anche una cosa ben precisa: probabilmente Berlusconi fa sentire la sua mancanza. Nonostante la Meloni non scenda nei sondaggi, quell'elettorato di destra si sta stancando ad ascoltare cose che agli italiani tutti non interessano", le parole della Pascale che hanno creato più di qualche polemica.
Si ama definire un'attivista per i diritti civili e lavora solo per portare avanti le sue idee, tentando di portare sempre qualcosa di costruttivo, non ha mai nascosto un certo rispetto per la premier Giorgia Meloni, ma non riesce a sottolineare alcune cose che proprio non le vanno giù e in modo fin troppo evidente le rimarca e non si nasconde: "Mi sorprende che una donna al potere e al governo si comporti come un uomo. Di fronte ad una vicenda come quella di Sangiuliano lei sta dalla parte dell'uomo, anche se è una sua persona di fiducia. Non riesce ad ascoltare entrambe le voci e avere una posizione meno partitica. Piuttosto che continuare a fare campagna elettorale è venuto il momento di iniziare governare e a parlare per tutti. Giorgia Meloni ha un profilo che posso solo rispettare, ma il fatto di essere donna non le dà il diritto di essere la più brava dei presidenti del Consiglio".
Da donna, e lo sottolinea più volte, è rimasta sconcertata dal fatto che sia rimasta delusa dai concetti che Meloni cita spesso quel "Dio, patria e famiglia che puntualmente disonorano". E in modo molto chiaro cerca di spiegare la sua posizione nei confronti della Presidente del Consiglio, e le sue parole non sono propriamente gentile: "Un Dio che amano soltanto quando serve per vessare la comunità omosessuale ma mai ascoltato quando serve accogliere qualcuno in difficoltà. Quale patria? Quella che il suo amico Orban ha offeso chiamandoci tutti delinquenti? Della famiglia non si è capito quale modello bisogna rispettare, se quello con l'amante nel cassetto perché sei potente o se finalmente ognuno di noi può avere il suo modello di famiglia ed essere rispettato".
Sul caso di Maria Rosaria Boccia, Francesca Pascale sostiene che di non essersi fatta "un'idea ben precisa", anche perché, "non mi appassiona". E si fa una domanda: "Se l'incarico fosse andato in porto questo caos mediatico sarebbe nato? Non conosco bene la vicenda ma questo mi lascia pensare. La signora Boccia fa la sua strada, non mi sento di giustificarla né di infierire ulteriormente su Sangiuliano, anche io in passato ho subito sciacallaggio mediatico e non lo auguro a nessuno. Della vicenda quello che mi piacerebbe sottolineare è la morale, l'ipocrisia di una certa destra abbastanza feroce che spesso usa la doppia morale strumentalizzando uno dei temi più importante dell'Italia, cioé la famiglia tradizionale".