Perché si sta parlando tanto di una manifestazione pro Palestina che sarebbe dovuta svolgersi dopodomani, sabato 5 ottobre, a Roma? Il motivo è presto detto: la Questura lo ha vietato perché la piattaforma in base alla quale era stata convocata in vista del 7 ottobre, primo anniversario dell'azione militare di Hamas in territorio israeliano che causò l'uccisione di 1194 cittadini e la cattura di altri 250 come ostaggi, è stata giudicata incostituzionale. Prima dalle forze dell'Ordine. E poi dal Tar del Lazio che ha respinto il ricorso delle sigle pronte a scendere in piazza.
Per intenderci: una delle organizzazioni promotrici della manifestazione, i Giovani Palestinesi, si stava preparando a scendere in piazza a Roma con queste parole d'ordine:
Queste parole, non poteva essere altrimenti, oltre che dell'attenzione delle forze dell'ordine, sono state all'origine di molte polemiche. Enrico Mentana, il direttore del Tg La7, ad esempio, le ha commentate così:
Ma tant'è: incassato il divieto delle forze dell'Ordine, chi voleva la manifestazione pro Pal si è rivolto al Tar del Lazio. Ma anche quest'ultimo si è espresso a sfavore dell'iniziativa. L'articolo 17 della nostra Costituzione, infatti, recita:
I giudici amministrativi hanno ritenuto che, inneggiando a una strage, ritenendo il pogrom di Hamas del 7 ottobre "un atto di resistenza", non poteva essere pacifica alcuna manifestazione. Tanto più che sarebbe arrivata dopo quella di Milano con tanto di cartelli che additavano persino la senatrice a vita Liliana Segre e il ministro della Difesa Guido Crosetto di essere "agenti sionisti" (a tal proposito, la Procura milanese avrebbe aperto un'inchiesta sulla base di informative della Digos procedendo per il reato di "propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa").
Lo stop alla manifestazione pro Palestina di sabato sta mettendo in subbuglio soprattutto la sinistra italiana. Due fatti di casa Pd da mettere uno dietro l'altro che descrivono come si preferisca parlare del fronte israeliano quantomeno con la massima cautela. Il primo: in vista del 7 ottobre, non si sa ancora se ci sarà una manifestazione del Partito Democratico in memoria delle vittime di Hamas. Il secondo: l'altroieri, martedì 1 ottobre, è uscito un comunicato a firma Elly Schlein e Peppe Provenzano (il responsabile esteri della segreteria dem) che si concentra solo sulla situazione geopolitica in Medio Oriente mettendo quasi sullo stesso piano Netanyahu e Hezbollah:
Come dire: il campo è minato. Per ora, per lunedì 7 ottobre, sono annunciate solo due iniziative. La prima dell'associazione 'Sinistra per Israele' di Piero Fassino e Lele Fiano (alle 18 presso la sala della Cae di largo Dino Frisullo a Testaccio: interverranno Roberto Della Rocca, Maria Elena Boschi, Paola Concia, Anna Rossomando, Linda Laura Sabbadini e Aurelio Mancuso); la seconda, alle ore 21, del teatro Parioli di Roma, con la presentazione del libro "Il nemico ideale" di Nathania Zevi: in questo caso, con Giuseppe Cruciani, David Parenzo e Nunzia de Girolamo, la serata è stata intitolata significativamente "Per non dimenticare".
Tag24.it ha contattato Filippo Sensi, un senatore del Partito Democratico che, da iscritto a 'Sinistra per Israele', sarà presente alla manifestazione di lunedì dell'associazione. E che, nel frattempo, sugli altri elementi di cronaca che ruotano attorno al primo anniversario dell'attacco di Hamas, la mette così:
Il Filippo Sensi-pensiero, quindi è
E comunque: il comunicato a firma Schlein - Provenzano lo convince?
Il perché, per il senatore dem, è presto detto: