Il Reddito di cittadinanza è ormai un lontano ricordo, sostituito dall’Assegno di inclusione. Oggi, è finita l’era dei sussidi a pioggia; pertanto, molti lettori hanno richiesto maggiori dettagli riguardo alle novità previste per il 2025, in particolare sulla possibilità di percepire sia l'Assegno sociale che l’Assegno di inclusione. La domanda principale è: possono coesistere senza la necessità di comunicazione all'INPS? Vediamo insieme se queste due misure sono compatibili e se la fruizione di una non comporta la decadenza dell’altra.
Il governo italiano ha sostituito il Reddito di cittadinanza con due misure di integrazione sociale e lavorativa: l'Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro. L’obiettivo è incentivare i cittadini all'inserimento nel mondo del lavoro, supportati da un sussidio mensile.
L’erogazione di questi sussidi si basa su requisiti specifici, motivi di decadenza, ma anche sulla compatibilità con altre prestazioni, come l'Assegno sociale.
Quest'ultimo è una prestazione economica rivolta a cittadini italiani, stranieri comunitari ed extracomunitari che abbiano almeno 67 anni e si trovino in condizioni economiche difficili.
È importante sapere che l'Assegno sociale viene concesso previa domanda ed è subordinato al reddito personale e coniugale. Per il 2024, il valore dell’assegno sociale è pari a 6.542,51 euro all'anno, ovvero circa 503,27 euro al mese.
Anche l'Assegno di inclusione, diretto alle famiglie con minori, disabili o persone con più di 60 anni, segue nuove regole. I beneficiari sono obbligati a partecipare in percorsi formativi per favorire l’inserimento lavorativo.
Nel determinare l'importo dell'Assegno di inclusione, l'INPS tiene conto anche dell'Assegno sociale. Se un membro del nucleo familiare percepisce l'assegno sociale, questo viene incluso nel calcolo del reddito familiare ai fini dell'Assegno di inclusione.
Come riportato da pmi.it, le due misure sono compatibili, ma è bene precisare che l'Assegno sociale incide sull'importo dell'Assegno di inclusione, riducendolo o, in alcuni casi, annullandolo completamente.
La compresenza delle due misure può portare alla perdita dell’Assegno di inclusione se si supera la soglia reddituale prevista, salvo eccezioni legate a situazioni di vulnerabilità.
Nel modello ADI-COM, il beneficiario dell'Assegno di inclusione deve comunicare eventuali variazioni delle condizioni reddituali all'INPS.
Tuttavia, non esiste l'obbligo di comunicare l'Assegno sociale, poiché nel modello non è presente una voce specifica per questa prestazione. L'Assegno sociale, infatti, è erogato dallo stesso INPS, che è già a conoscenza dei requisiti reddituali e anagrafici dei beneficiari.
Chi è escluso dall'Assegno di inclusione? Non sono tenuti all'obbligo di attivazione lavorativa i titolari di pensione diretta, gli over 60 e i disabili.
Secondo le disposizioni normative contenute nell'articolo 4, comma 4, del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito con modificazioni dalla legge 3 luglio 2023, n. 85, i nuclei familiari aventi diritto all'Assegno di inclusione (ADI) sono obbligati a presentarsi al primo appuntamento presso i Servizi sociali del Comune di appartenenza entro 120 giorni dalla data di sottoscrizione del Patto di attivazione digitale.
La normativa prevede che, se i beneficiari del sussidio sono singoli maggiorenni che hanno acquisito la responsabilità genitoriale, possono prelevare un massimo di 100 euro al mese dalla Carta ADI.
La Carta ADI può essere utilizzata per le spese di prima necessità e altre spese consentite. Tuttavia, alcuni acquisti sono esclusi. In particolare, è vietato utilizzare la Carta per le seguenti spese:
Per ulteriori dettagli, si rimanda alla pagina ufficiale dell'Assegno sociale e dell'Assegno di inclusione presenti nelle sezioni dedicate sul sito dell'INPS.