22 Oct, 2024 - 23:22

Il presidente turco Erdogan si 'congratula' con Meloni: "Bene il sostegno alla famiglia tradizionale contro la comunità Lgbt"

Il presidente turco Erdogan si 'congratula' con Meloni: "Bene il sostegno alla famiglia tradizionale contro la comunità Lgbt"

Famiglia tradizionale ed armi ad Israele. Sono stati questi gli argomenti discussi dal presidente turco Recep Erdogan con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel corso di una telefonata nel pomeriggio di oggi 22 ottobre 2024. Il tema centrale della discussione è stata la situazione in Medio Oriente e la guerra portata avanti da Israele.

Il presidente turco, invitato in Italia nel 2025, ha invitato Meloni a non fornire più armi a Tel Aviv. Negli scorsi giorni la presidente del Consiglio ha condannato gli attacchi alla missione di pace delle Nazioni Unite Unifil nella quale sono presenti anche militari italiani.

Nel pomeriggio di oggi si è tenuta anche la riunione dei ministri degli Esteri al G7 di Pescara alla quale era presente il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani che ha ribadito la necessità di aiutare la popolazione civile del Libano durante questo conflitto.

Quel commento di Erdogan sulla comunità Lgbt con Meloni

E' un complimento piuttosto insolito quello fatto dal presidente turco alla premier Meloni. I due leader si sono sentiti nel pomeriggio di oggi al telefono per parlare di Medio Oriente e il capo di Stato si è complimentato con la presidente del Consiglio per il sostegno alla famiglia tradizionale a discapito della comunità Lgbt.

L'Italia è al 35esimo posto nella classifica sul rispetto dei diritti Lgbt di ILGA-Europe del 2024 mentre la Turchia di Erdogan risulta 46esima. Entrambe posizioni molto lontane da quelle degli Stati membri dell'Unione Europea. Sulla vicenda si è espresso l'ex deputato del Pd ed attivista per i diritti Lgbt Alessandro Zan:

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L’Italia non può seguire questo percorso, che allontana il nostro paese dai valori di inclusività e diritti umani. È necessario opporsi con forza a questa deriva.

La necessità di un cessate il fuoco e le armi fornite dall'Italia a Israele

Ampio spazio nel corso della telefonata è stato dedicato alla guerra in corso in Medio Oriente e alla necessità di un cessate il fuoco. Mentre nel conflitto tra Russia ed Ucraina Erdogan cerca di fare il mediatore, nella guerra in Medio Oriente si schiera apertamente contro Israele.

Il presidente turco ritiene fondamentale che l'Italia smetta di vendere armi a Tel Aviv e che favorisca, assieme agli altri Stati della Comunità europea, i colloqui per il cessate il fuoco. Non è mancata occasione poi per discutere dei rapporti bilaterali tra Roma ed Ankara e per fissare una visita del capo di Stato turco nel nostro Paese per il prossimo anno.

Il presidente turco dovrebbe recarsi in Italia nella prima metà del 2025 per una nuova sessione del vertice intergovernativo italo-turco. Non sono state fornite ulteriori informazioni sulla data ufficiale da Palazzo Chigi.

Il timore dell'utilizzo del fosforo bianco contro l'Unifil

Mentre Meloni parlava con Erdogan dei piani per un possibile cessate il fuoco e il vicepremier Tajani era a Pescara per il G7 assieme agli altri ministri degli Esteri, dal Medio Oriente arrivano dettagli scioccanti sull'utilizzo di fosforo bianco contro la missione di pace Unifil.

Secondo un rapporto riservato dell'esercito israeliano, le truppe di Tel Aviv avrebbero fatto irruzione all'interno di una base dell'Unifil utilizzando fosforo bianco e ferendo almeno 15 caschi blu. A riportare quanto avvenuto in questi giorni è il quotidiano economico inglese Financial Times. Il fosforo bianco è stato utilizzato già in passato come arma nel corso della guerra in Libano: in particolare nel 2006 e nel corso dell'operazione 'Piombo Fuso'.

Nella dichiarazione finale del G7 Sviluppo a Pescara sono stati condannati gli attacchi alla missione di pace degli scorsi giorni:

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"Esprimiamo grave preoccupazione per gli attacchi contro Unifil e sollecitiamo tutte le parti a rispettare il diritto umanitario internazionale e a garantire la sicurezza e la protezione di Unifil. Riconosciamo il ruolo di Unifil per ripristinare la pace e la sicurezza. Ci impegniamo a rafforzare il nostro supporto alla missione, in conformità con le risoluzioni Onu applicabili"
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Francesco Fatone
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