Gran parte delle discussioni politiche in Italia ruota attorno a due punti: da un lato abbiamo le dichiarazioni dei singoli politici su un dato argomento, dall'altro i retroscena in relazione a misure legislative, manovre economiche o alleanze fra partiti.
E anche oggi 25 ottobre 2024 non ha fatto eccezione, con in molti a domandarsi se Alessandro Giuli sia pronto al grande passo delle dimissioni da ministro della Cultura. Dopo quelle rassegnate dal suo ex capogabinetto Francesco Spano e dall'ex ministro Gennaro Sangiuliano, sarebbe un altro grande ribaltone al ministero.
Non è però di quest'avviso Federico Mollicone, presidente per Fratelli d'Italia della Commissione cultura.
Fra una tirata d'orecchie ai giornalisti che corrono dietro ai retroscena e assicurazioni sul suo rapporto con la sorella di Giuli, Alessandra, Mollicone ha poi affermato: "Mai pensato al ministero della cultura, sono contento del mio ruolo".
Niente cambio al ministero della Cultura, quindi, con Mollicone che si dice soddisfatto e orgoglioso del lavoro da lui svolto.
L'idea di essere un gruppo ma soprattutto un governo compatto è ciò che si è prefissato Fratelli d'Italia fin dalle vittorie alle elezioni politiche del 2022.
Avendo a che fare con casi giudiziari complicati come quelli che hanno coinvolto il ministro degli Interni Matteo Salvini e la ministra del Turismo Daniela Santanchè, la premier Giorgia Meloni gradisce poco il presentarsi di altri problemi.
Alessandro Giuli rischiava di rientrare in questa categoria: secondo alcune voci, il ministro della Cultura avrebbe espresso la propria insoddisfazione di aver visto contestata, da FdI, la scelta di Spano come capogabinetto. In caso di altre "ingerenze", Giuli avrebbe promesso di rimettere il mandato nelle mani della premier.
Che aria tira però all'interno dei palazzi romani? Un esempio ce lo fornisce Federico Mollicone, presidente della Commissione cultura per Fratelli d'Italia: nessun cambiamento all'orizzonte ma soprattutto nessun desiderio di scalzare un amico prima che un collega di governo.
Prima di arrivare a quest'affermazione, che rappresenta il sunto del pensiero di Mollicone, il meloniano inizia col vantarsi della sua attività all'interno della Commissione, indicando che alcuni suoi interventi legislativi rappresentano un primato in Europa:
Da qui Mollicone sembrerebbe sentirsi in una botte di ferro, dato che se il suo operato è così buono non ci sarebbe bisogno di cambiamenti. Il fatto di essere arrivati a metà legislatura impone comunque una verifica, nel nome di un concetto che il governo Meloni ha ripetuto spesso: il merito.
Sempre Mollicone:
Infine, tocca a Giuli: non c'è alcun fondamento nelle voci di possibili dimissioni, anzi il tutto rientrerebbe in quell'ambito dei retroscena citati all'inizio dell'articolo. Mollicone aggiunge anche che spesso le voci che circolano su Fratelli d'Italia risultino alla fine false:
Probabilmente questa risposta non piacerà a Carlo Calenda, che giusto ieri 24 ottobre aveva proposto (forse scherzosamente, forse no) di sostituire Giuli cercando un nuovo ministro su Linkedin.
Fra le voci false rientrerebbe anche quella chi ritiene che in FdI ci sia un problema di omofobia. In una chat politica erano stati scritti insulti pesanti nei confronto di Spano. Secondo il coordinatore di Fratelli d’Italia del IX municipio di Roma, Fabrizio Busnengo, Spano sarebbe un "pederasta".
Busnengo è stato allontanato dal FdI, ma resta comunque grave che qualcuno si sia espresso in termini così gravi verso un'altra persona. Mollicone respinge le accuse di omofobia rivolte al suo partito, ringraziando il coordinatore locale romano per la decisione disciplinare:
Resta da coprire un ruolo vacante importante come il capogabinetto, ma non spetterà ai meloniani decidere: sarà solo Giuli in qualità di ministro a decidere.
Non poteva mancare infine un passaggio anche sulla sorella di Giuli, Alessandra, finita al centro delle cronache politiche per un presunto litigio avuto proprio con Mollicone.
Sarebbero volate parole grosse fra i due, fra i quali non correrebbe buon sangue anche per il fatto che Alessandra sarebbe vicina politicamente al sottosegretario alla Presidenza Giovanbattista Fazzolari.
Mollicone non gradirebbe che Fazzolari spinga così tanto per avere voce in capitolo nella commissione da lui presieduta, cercando insistentemente la sorella del ministro della Cultura per avere chiarimenti in merito.
Anche qui non c'è spazio per le voci di corridoio e, come nel caso delle dimissioni di Giuli, Mollicone ha respinto le accuse: