Era stato lui a dare l'allarme: la mattina del 25 ottobre scorso, chiedendo aiuto ai vicini, che avevano poi allertato il 118, aveva spiegato che la fidanzatina di 13 anni, Aurora, era "caduta da sola" da un terrazzo situato all'ottavo piano del grande complesso condominiale in cui viveva a Piacenza, morendo sul colpo.
La mamma e la sorella 22enne della ragazza non gli avevano creduto, avanzando il sospetto che potesse essere stato lui a spingerla di sotto. Gli inquirenti avevano iscritto il nome del 15enne nel registro degli indagati per omicidio volontario, lasciandolo libero; nel pomeriggio di ieri, 28 ottobre, è poi scattato il fermo.
Parlando con il quotidiano locale La Libertà, i familiari avevano fatto sapere che il ragazzo era "sotto shock". Come la vittima sarebbe di origine albanese. Nelle prossime ore il giudice dovrà decidere se convalidarne il fermo; nel frattempo è stato trasferito in un carcere minorile.
L'accusa mossa nei suoi confronti è di omicidio volontario. Il sospetto cioè è che possa aver spinto di sotto la fidanzatina di 13 anni, provocandone la morte. Davanti agli inquirenti si sarebbe però proclamato innocente, ripetendo più volte che Aurora "è caduta da sola".
I fatti risalgono alla mattina del 25 ottobre scorso. Stando a quanto riferito a Tag24 dall'avvocata Lorenza Dordoni, che assiste la madre (separata) della vittima, poco dopo le 8 Aurora sarebbe uscita di casa, salutando la mamma, per recarsi a scuola.
Quel giorno le lezioni erano state posticipate di un'ora: sarebbe dovuta entrare alle 8.55 insieme alle sue compagne. Scendendo avrebbe però incontrato il fidanzatino, che, secondo la legale, già altre volte sarebbe stato visto dai condomini appostarsi (addirittura dormire) sul pianerottolo per controllare la giovane.
Cosa sia accaduto negli attimi successivi è ancora da chiarire. Di sicuro la 13enne è stata trovata morta "al numero 56, il palazzo di fianco al suo", secondo l'avvocata. Dall'ottavo piano sarebbe precipitata su un balcone di tre piani più in basso, facendo un volo di circa otto metri. A dare l'allarme proprio il giovane. Per lei, a quel punto, non c'era già più niente da fare.
La famiglia ha escluso fin dall'inizio che possa essersi trattato di un incidente o di un gesto volontario, facendo notare che tra i due ragazzini c'erano stati degli attriti. Dopo essersi conosciuti sui social, avevano iniziato a frequentarsi.
Ma i contrasti erano stati subito evidenti: sembra che il 15enne fosse possessivo e anche violento nei confronti della 13enne, che l'avesse addirittura picchiata. Da qui la volontà della giovane di troncare la loro relazione, come pare avesse confidato alle amiche additandolo come "immaturo e pazzo".
C'è chi parla di possibile "movente". Non sarebbe la prima volta, in effetti, che a simili decisioni seguono epiloghi del genere (si pensi al caso Turetta-Cecchettin). In mancanza di riscontri, però, le supposizioni restano tali. "Questa vicenda impone rispetto", ci aveva detto l'avvocata Dordoni. "Aspettiamo che siano i magistrati a fornirci elementi precisi".
Fondamentali, in particolare, saranno gli esiti dell'autopsia affidata dal pm della Procura per i minori di Bologna Simone Purgato al medico legale Giovanni Cecchetto che, affiancato dai consulenti di parte, nelle prossime ore dovrà esaminare la salma della ragazzina, ricostruendo l'esatta dinamica dei fatti (per capire, ad esempio, se sia stata trascinata o aggredita prima di cadere nel vuoto).
Da un primo esame esterno sarebbero stati rilevati un trauma cranico e grosse quantità di sangue sulla testa. Sgomenta la comunità.
le parole rilasciate ai giornalisti dalla sindaca Katia Tarasconi. Le riporta Il Piacenza. Intanto davanti al liceo che Aurora frequentava sono apparsi fiori e palloncini bianchi.