Immaginate di essere immobilizzati, incapaci di muovervi, mentre una minaccia incombente si avvicina. Questo è l'incubo che si vive nell'horror "Don't Move", un incubo che ha fatto tremare milioni di spettatori in tutto il mondo.
Il nuovo horror di Netflix, prodotto dal celebre Sam Raimi, al primo posto in tutto il mondo, è un'esperienza viscerale che ti lascerà senza fiato. La sua trama claustrofobica e la suspense crescente, hanno attirato milioni di spettatori e hanno acceso dibattiti e discussioni.
Ma cosa rende questo film così inquietante e coinvolgente? Scopriamo insieme i segreti del suo successo.
Don't Move su Netflix ha già 30 milioni di visualizzazioni! Questo horror, o meglio survival thriller, è diventato un successo globale di Netflix a pochi giorni dalla sua uscita, raggiungendo il 71% su Rotten Tomatoes. Questo dimostra che, a differenza di molti film originali Netflix, Don't Move ha ricevuto recensioni positive dalla critica.
Diretto da Adam Schindler e Brian Netto, con una sceneggiatura scritta da TJ Cimfel e David White e prodotto da Sam Raimi (regista anche del Doctor Strange 2) questo film racconta la storia una donna in lutto che, nonostante le sia stato iniettato un liquido paralizzante da un killer esperto, deve correre, combattere e nascondersi prima che il suo corpo si spenga completamente. Il cast di Don't Move include Kelsey Asbille, Finn Wittrock, Moray Treadwell e Daniel Francis.
Le recensioni di Don't Move lo definiscono un thriller serrato e pieno di suspense con una premessa unica e concettuale che bilancia tensione e adrenalina, anche, secondo alcuni, c'è poca profondità nei personaggi e c'è un uso eccessivo di jump scare.
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Il film, prodotto da Sam Raimi, presenta allo spettatore una storia interessante: un killer inietta un potente veleno paralizzante nelle sue vittime, costringendole a una lotta disperata per la sopravvivenza. La protagonista, Iris, interpretata da Kelsey Asbille, si trova intrappolata in questa situazione dopo un incontro inquietante con il killer, Richard (Finn Wittrock).
Ambientato nel primo Big Sur, in California, Iris, la protagonista, è in lutto per la perdita del figlio Mateo quando incontra un uomo di nome Richard, interpretato da FinnWittrock.
Prima la conforta e poi la colpisce con il taser. Iris sviene. Quando si risveglia, Richard le dice che le ha iniettato una sostanza che la paralizzerà entro 20 minuti, e le impedirà persino di usare la voce.
Iris si ritrova inizia la sua corsa contro il tempo per cercare aiuto, mentre Richard la rintraccia per farla diventare la sua ultima vittima.
L'inizio è promettente. Il rapporto tra Iris e Richard è ben costruito, i dialoghi sono credibili e si avvernte la tensione sin dal primo istante. Tuttavia, man mano che la trama si sviluppa, emerge una certa prevedibilità. Gli spettatori, come me, abituati ai cliché del genere thriller, intuiranno facilmente gli sviluppi successivi.
La performance della protagonista, Kelsey Asbille è notevole, soprattutto nelle scene in cui deve trasmettere la progressiva paralisi del corpo. Purtroppo, però, sembra quasi che la regia non riesca a sfruttare appieno questa potenzialità, e alcune sequenze risultano un po' statiche e poco coinvolgenti.
Credo che "Don't Move" si basi su un'idea molto interessante, ma non riesce a sfruttarla al massimo. La trama è prevedibile e l'esecuzione non è sempre all'altezza delle aspettative. Nonostante le buone interpretazioni di Kelsey Asbille e Finn Wittrock, il film manca di quella scintilla che lo renderebbe indimenticabile.
Il pubblico sembra avere problemi simili, come indicato dal suo punteggio del 42% sul Popcornmeter con oltre 250 valutazioni. Molti spettatori sono stati attirati dal nome di Raimi, ma dopo la visione c'è stata delusione, perché le emozioni del film appaiono non del tutto soddisfacenti.
In conclusione possiamo affermare che "Don't Move" è un thriller basato su un'idea vincente, che promette molto, ma non riesce a mantenere le aspettative.
Nonostante un inizio intrigante e una buona interpretazione dei protagonisti, il film soffre di una trama prevedibile e di una regia poco incisiva. Un'occasione persa per creare un horror davvero memorabile.