Ha confessato il 17enne arrestato per l'omicidio di Santo Romano, il ragazzo di due anni più grande che nella notte tra venerdì e sabato è morto dopo essere stato raggiunto da un proiettile al petto mentre cercava di fare da piacere in una lite scoppiata nella piazza principale di San Sebastiano al Vesuvio, in provincia di Napoli.
È accusato di omicidio, porto e detenzioni di armi, spari in luogo pubblico e droga, ma anche di tentato omicidio, per aver ferito un amico della vittima; domani, 4 novembre 2024, sarà reinterrogato davanti al gip, che dovrà poi decidere se convalidarne il fermo.
In attesa della convalida, il 17enne, originario del quartiere Barra, è stato trasferito dai carabinieri della compagnia di Torre Del Greco nel centro di prima accoglienza dei Colli Aminei. Stando a quanto riporta l'Agi, davanti al pm della Procura per i Minori, che nella serata di ieri, 2 novembre, l'ha interrogato in presenza del suo avvocato difensore, Luca Raviele, avrebbe prima negato ogni addebito e poi confessato.
"Sono stato io. L'arma l'ho comprata in un campo rom", avrebbe dichiarato, aggiungendo "Volevo difendermi". A suo dire uno dei ragazzi "rivali" possedeva un coltello. È accusato di omicidio, porto e detenzioni di armi, spari in luogo pubblico, droga e tentato omicidio: nella notte tra venerdì e sabato, secondo le ricostruzioni, avrebbe colpito non solo il 19enne Santo Romano, morto dopo essere stato raggiunto da un proiettile al petto, ma anche l'amico coetaneo, rimasto ferito a un gomito.
È successo tutto in pochi attimi, poco dopo la mezzanotte. Stando a quanto ricostruito grazie all'analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza del Comune in cui si è consumata la tragedia e alla testimonianza del giovane ferito, il 17enne avrebbe sparato due colpi di pistola al culmine di una lite scoppiata per futili motivi tra due comitive: quella della vittima e la sua.
Un amico di Santo Romano, in pratica, avrebbe involontariamente pestato (e sporcato) una scarpa del 17enne, che sarebbe andato su tutte le furie. Il 19enne avrebbe provato a calmarlo, a fare da paciere, mettendosi in mezzo e offrendosi addirittura di pulirgli personalmente la scarpa; lui, di tutta risposta, sarebbe entrato in auto (una minicar in cui carabinieri avrebbero trovato 3,4 grammi di marijuana e un bilancino) per recuperare l'arma, facendo poi fuoco sui giovani.
Sembra che abbia diversi precedenti penali. L'ultimo arresto, per i reati di resistenza a pubblico ufficiale e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, risalirebbe al 31 gennaio scorso. La scarcerazione dall'istituto di pena minorile di Nisida a maggio. Sui social, subito dopo l'agguato, avrebbe pubblicato una foto in cui mima il gesto di una pistola.
Santo Romano, per gli amici "Santino", era incensurato e giocava come portiere in Eccellenza. La fidanzata Simona ha dichiarato, in un'intervista rilasciata a La Repubblica, che "era un uomo che si prendeva cura degli altri", spiegando che "era estraneo alla lite" e che "voleva solo difendere un amico".
le sue parole. Per oggi, 3 novembre, è stata organizzata una fiaccolata in sua memoria. Partirà dopo la messa in programma alle 19.30 presso il santuario di San Sebastiano Martire. Tra coloro che hanno aderito, anche il deputato Francesco Emilio Borrelli, che in mattinata ha fatto sapere sui social di aver incontrato gli amici e i familiari della vittima per mostrare loro "vicinanza e solidarietà".