Chiedono scusa i genitori del killer reo confesso di Santo Romano, il ragazzo di 19 anni ucciso a colpi di pistola nella piazza principale di San Sebastiano al Vesuvio, nel Napoletano, nella notte tra il primo e il 2 novembre.
le parole che hanno affidato a una missiva scritta a mano, mostrata ai giornalisti dall'avvocato Luca Raviele, che difende il 17enne, all'uscita dal tribunale per i minori di Napoli dopo la convalida del suo fermo da parte del gip, che lo ha definito "altamente pericoloso".
prosegue nella lettera la madre dell'indagato. E si sofferma, poi, sui presunti problemi del ragazzo.
Stessi concetti ribaditi in un'intervista rilasciata al Tg1.
ha dichiarato il padre, confermando, in sostanza, quanto emerso nei primi giorni di indagini. Il 17enne avrebbe alle spalle diversi precedenti. L'ultimo arresto, per resistenza a pubblico ufficiale e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, risalirebbe allo scorso gennaio.
Al momento il ragazzo si trova nell'Istituto penale minorile di Nisida. Nel corso dell'udienza di convalida del fermo, interrogato, ha ribadito quanto già detto al pm, e cioè che avrebbe esploso il colpo di pistola che ha raggiunto Santo al petto, uccidendolo, perché quest'ultimo, insieme a dei suoi amici, lo avrebbe minacciato e aggredito.
Stando alla sua versione, riportata da Il Corriere della Sera, Santo lo avrebbe afferrato per un braccio e colpito al volto; un suo amico gli avrebbe invece mostrato un coltello. Lui, spaventato, avrebbe quindi reagito afferrando l'arma (precedentemente acquistata in un campo rom) e fatto fuoco, "senza guardare, con l'intento di mettere in fuga i suoi aggressori".
"Non sapeva di avere ucciso il ragazzo", ha spiegato all'Ansa il suo legale. "Quando è venuto a conoscenza dell'accaduto (dopo essersi dato alla fuga, raggiungendo la zona di Chiaia, ndr) ha vomitato". Sui social, prima dell'arresto, avrebbe pubblicato una storia in cui mima il gesto di una pistola. All'origine della lite culminata in tragedia, una banale lite per una scarpa sporcata, come nel caso di Francesco Pio Maimone.
Saranno le indagini ad accertare in che modo siano andate davvero le cose. Fondamentale in tal senso, oltre all'audizione dei presenti, sarà l'analisi dei filmati delle telecamere di videosorveglianza.
Tra gli elementi da chiarire, quello relativo alla presenza o meno della minicar del 17enne sul luogo della sparatoria (c'è chi dice che durante la rissa fosse già lì; chi sostiene che arrivò dopo) e la questione dei complici.
Resta, intanto, lo sgomento della comunità per la morte del portiere del Micri. "Facili omicidi, la Napoli che non vorrei. Basta!", ha scritto sui social il cantante Geolier. Mentre gli amici e i familiari della vittima si sono riuniti a San Sebastiano al Vesuvio per una veglia di preghiera in memoria di "Santino", come lo chiamavano tutti.
Per il pomeriggio di oggi, 6 novembre 2024, sono in programma i funerali a Casoria. Il sindaco Raffaele Bene ha proclamato il lutto cittadino. "Sarà il giorno del dolore e del raccoglimento - ha fatto sapere -, il rito funebre sarà celebrato alle 16 nella chiesa di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe".