Andare in pensione prima dei 65 anni nel 2025: è possibile? Tra poco il Governo approverà definitivamente la legge di bilancio per il 2025.
Nella previsione delle entrate e delle uscite per il prossimo anno è incluso anche il pacchetto previdenziale e assistenziale, con la possibile proroga di Opzione donna, Quota 103 e Ape sociale.
Sono molte le proposte economiche messe in campo per la stabilità del Paese. A fare la differenza in ambito pensionistico saranno il rinnovo delle misure esistenti e l'ampliamento della platea dei beneficiari per la pensione a 64 anni.
Vediamo insieme come si potrà andare in pensione prima dei 65 anni di età.
Per approfondire come si possa accedere alla pensione anticipata e conoscere le possibilità concrete di andare in pensione prima dei 67 anni, ti consigliamo di guardare questo video di Il Sole 24 Ore: "Come andare in pensione prima dei 67 anni". Il video offre una panoramica completa delle opzioni disponibili, con focus sulle misure attuali e le opportunità future.
In materia pensionistica riceviamo numerose domande, ad esempio: "L'INPS ha accettato la domanda di pensionamento a 64 anni di un mio collega, mentre a me l'ha respinta, perché?".
E ancora: "Sono stanco e provato da una vita di sacrifici, come posso anticipare l'uscita e quanto percepirò in meno rispetto allo stipendio attuale?".
È emersa una certa delusione per le restrizioni legate alle misure di pensionamento anticipato.
Tutto parte da un sistema previdenziale che ha ereditato lo "stigma" della legge Fornero, fino ad arrivare ad oggi, con incentivi per chi sceglie di non andare in pensione e nuove restrizioni per chi opta per l'uscita anticipata dal lavoro.
Non solo: la pensione a 64 anni non dovrebbe essere un'opzione riservata a pochi, ma una possibilità accessibile a ogni lavoratore le cui prestazioni fisiche e mentali sono ormai al limite.
La pensione dovrebbe essere una scelta, un'opportunità per adottare un nuovo approccio individuale, una fusione più equa tra lavoro e pensionamento, concentrata sulla "volontà" del lavoratore di dedicarsi a nuove priorità.
Questa visione accomuna molti lavoratori, ma non sembra trovare un sostegno ampio in ambito politico.
Quanto al rinnovo delle misure, è garantito che non ci saranno "ritocchi": chi rimane al lavoro pur avendo maturato i requisiti per la pensione riceverà vantaggi aggiuntivi, non solo un aumento del netto in busta paga derivante dalla quota contributiva che non viene versata all'INPS, ma che resta nello stipendio.
Il nuovo sistema mira a eliminare "le mance" per garantire un vantaggio equo a chi sceglie di lavorare fino a 67 anni di età (salvo variazioni future dell’età pensionabile).
Nel programma pensionistico italiano esiste una misura che permette di anticipare l'uscita a 64 anni. Si tratta della pensione anticipata contributiva, riservata ai lavoratori con almeno 20 anni di contributi effettivi maturati dopo il 1996.
Tuttavia, per accedere a questa misura, non contano solo l'età e gli anni di contribuzione; spesso avere la stessa età e contributi simili non è sufficiente a garantire l'accesso alla misura richiesta.
Esiste infatti un divieto di accesso per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996, accumulando contributi in un sistema retributivo, più vantaggioso rispetto al contributivo, poiché la pensione è calcolata in base agli ultimi stipendi percepiti.
La riforma Dini (Legge 335/1995) ha introdotto il sistema contributivo, sostituendo il sistema retributivo e quello misto con un calcolo basato solo sui contributi effettivamente versati o accreditati.
Non possono accedere alla pensione anticipata contributiva i lavoratori con contribuzione antecedente al 1996, a meno che non rinuncino al sistema retributivo, optando per il calcolo interamente contributivo.
È inoltre importante considerare che l'importo minimo mensile della pensione deve essere almeno tre volte il trattamento minimo, con riduzioni per chi ha figli. Ma quali sono le altre misure che permettono di andare in pensione prima dei 65 anni?
Per la pensione anticipata Opzione donna non sono previsti miglioramenti: la misura rimane ancorata alle regole attuali.
Sarà confermata per il 2025 e permetterà alle lavoratrici che hanno compiuto 61 anni e hanno maturato 35 anni di contributi di presentare domanda di pensionamento anticipato, se i requisiti sono soddisfatti entro il 31 dicembre 2024.
Le lavoratrici con uno o più figli ottengono uno sconto sul requisito anagrafico, di uno o due anni.
Esistono però delle condizioni per accedere a Opzione donna: è necessario rientrare in specifiche categorie di lavoratrici, come caregiver, invalide civili, licenziate o dipendenti di aziende in crisi.
Inoltre, l'importo della pensione è calcolato interamente con il sistema contributivo.
Quota 103 è una misura che prevede un accumulo contributivo di almeno 41 anni, di cui 35 effettivi. Tuttavia, questo non è l'unico requisito: è necessario anche avere compiuto 62 anni.
Chi maturerà i requisiti nel 2025 potrà andare in pensione prima dei 65 anni, a condizione che l'importo dell'assegno pensionistico sia almeno quattro volte il trattamento minimo, pari a 2.394,44 euro lordi mensili.
Per l'accesso all'anticipo pensionistico Ape sociale, i requisiti non sono solo anagrafici e contributivi.
I requisiti prevedono infatti 63 anni e 5 mesi di età con 30 o 36 anni di contributi, e la misura è riservata a categorie specifiche di lavoratori: disoccupati, caregiver, invalidi civili e chi svolge mansioni gravose o usuranti.
Quota 41 è destinata ai lavoratori precoci, cioè coloro che hanno maturato 12 mesi di contribuzione prima dei 19 anni.
Questa misura, che prevede 41 anni di contributi senza vincoli anagrafici, è accessibile a categorie meritevoli, come disoccupati, caregiver, invalidi civili e chi svolge mansioni gravose o usuranti.
Per altre indicazioni, si rimanda alla pagina ufficiale dell'INPS.