Donald Trump ha vinto le elezioni del 5 novembre, ottenendo un secondo mandato non consecutivo. Fin dal primo giorno dopo la sua vittoria, il mondo si prepara al ritorno delle politiche "America First" su temi chiave come immigrazione, economia e ambiente.
In attesa dell'insediamento, Trump ha già intrapreso incontri con vari leader mondiali. In uno di questi, ha fatto scalpore una battuta indirizzata al premier canadese Justin Trudeau, suggerendo che il Canada potrebbe diventare il 51esimo stato degli Stati Uniti. Secondo Fox News, il commento è stato una risposta alle preoccupazioni espresse da Trudeau riguardo ai possibili dazi annunciati da Trump. La battuta, dal tono provocatorio, arriva in un momento di grave crisi per il governo canadese e non è passata inosservata.
Il presidente eletto degli Usa, Donald Trump, ha suscitato una nuova polemica con un post su Truth Social, in cui ha affermato che l'idea di trasformare il Canada nel 51esimo stato degli Stati Uniti è una "grande idea". Questa dichiarazione arriva a pochi giorni dall'inizio del suo secondo mandato, previsto per il 20 gennaio, sollevando interrogativi sulle sue future politiche e sulle sue intenzioni durante il periodo di governo.
Questo è stato l'ultimo episodio in cui Justin Trudeau è stato oggetto delle battute di Donald Trump. Sempre sui suoi social, il 17 dicembre, Trump ha definito Trudeau come "governatore" in un post in cui commentava le dimissioni del ministro delle Finanze canadese. La scelta di usare il termine "governatore" al posto di "primo ministro" ha attirato l'attenzione:
I due leader nordamericani si sono incontrati, il 29 novembre, a Mar-a-Lago, la residenza e quartier generale di Donald Trump in Florida. In vista dell'insediamento, il presidente eletto aveva già minacciato di imporre un dazio del 25 per cento sul commercio con Canada e Messico per la loro inefficacia nel frenare il flusso migratorio e quello di droghe illecite verso gli Usa.
Secondo Fox News, durante l'incontro, Trump e Trudeau hanno trattato temi come dazi doganali, sicurezza delle frontiere e deficit commerciale. Trump avrebbe scherzato dicendo che, se i problemi commerciali e migratori non fossero risolti, il Canada potrebbe diventare il 51esimo stato americano.
Thanks for dinner last night, President Trump. I look forward to the work we can do together, again. pic.twitter.com/lAWFMTtQt7
— Justin Trudeau (@JustinTrudeau) November 30, 2024
Dopo l'incontro, Trump ha dichiarato di "non vedere l'ora di rivedere presto il governatore" suscitando diverse reazioni anche in relazione alla crisi del governo canadese. Le questioni commerciali e i dazi rimarranno al centro delle relazioni tra Stati Uniti e Canada.
Il 16 dicembre, il ministro delle Finanze e vicepremier, Chrystia Freeland, ha lasciato il governo. La sua decisione rappresenta un duro colpo per Trudeau, che ha perso il suo braccio destro. Freeland ha citato le divergenze sulle politiche economiche e le minacce di Trump riguardo ai dazi come motivazioni per la sua uscita.
Trudeau è salito alla guida del paese nel 2015 promettendo un futuro migliore per il Canada. Oggi, però, è sempre più impopolare e criticato per la gestione dell'economia, l'alto tasso di disoccupazione e l'aumento dei costi degli affitti. Con il 77 per cento delle esportazioni canadesi dirette verso gli Stati Uniti, i dazi imposti dagli Usa potrebbero rappresentare una grave minaccia per l'economia canadese.
Gli oppositori di Trudeau mettono in evidenza le problematiche legate alla politica di immigrazione, alla sicurezza nazionale e all'aumento del tasso di criminalità. L'uscita di Freeland dal governo ha ulteriormente alimentato i dubbi sulla stabilità dell'esecutivo. Mentre la situazione resta precaria, le pressioni su Trudeau continuano a crescere.
Gli esperti non sono ottimisti sul futuro dell'attuale governo. Il primo ministro potrebbe trovarsi di fronte ad un voto di fiducia, rischiare il licenziamento o essere costretto a dimettersi. La sua sopravvivenza politica appare incerta. Secondo i dati di Ipsos di settembre, il 67 per cento dei canadesi non approva la leadership di Trudeau.
L'umorismo di Trump sulla questione è stato ampiamente discusso dai media statunitensi e canadesi visto che non è un tema nuovo. Washington e Ottawa, infatti, sono legate da una lunga storia di relazioni economiche.
Nel periodo recente, dagli anni '30 agli anni '90, i due paesi hanno stabilito accordi commerciali bilaterali che hanno ridotto notevolmente i dazi. Durante le discussioni sul libero scambio, sono state sollevate preoccupazioni sulla sovranità canadese. I nazionalisti hanno sostenuto che questo avrebbe potuto equivalere a trasformare il Canada nel 51esimo stato degli Stati Uniti. Nel 1988, i due paesi hanno firmato il trattato di libero scambio, che, con l'aggiunta del Messico nel 1994, è stato sostituito dal NAFTA. Oggi, la discussione su questo tema è ancora aperta. I media hanno, però, sottolineato le differenze storiche in termini di politica, identità e valori tra i due paesi vicini.
Mentre le battute di Trump suscitano scalpore, la reale minaccia per il Canada rimane nelle politiche economiche e commerciali del nuovo presidente. Resta da vedere come Trudeau gestirà questa difficile situazione con il suo governo sempre più sotto pressione ed appeso ad un filo.