Dallo scorso luglio è in carcere con l'accusa di aver ucciso Pierina Paganelli, la 78enne accoltellata in un garage di via del Ciclamino, a Rimini, nell'ottobre 2023. Sulla scena del crimine e sui reperti analizzati, di lui, però, non ci sono tracce. A confermarlo è la perizia genetica affidata al professor Emiliano Giardina. Louis Dassilva può quindi tirare un sospiro di sollievo. "Per noi è innocente", ha ribadito a Tag24 l'avvocato Riario Fabbri, che lo difende insieme al collega Andrea Guidi, facendo il punto sulle indagini.
"Sono stati confermati i risultati che erano stati anticipati in via ufficiosa: sui reperti legati all'omicidio di Pierina Paganelli e sulla scena del crimine, il Dna di Louis Dassilva non c'è", ha dichiarato l'avvocato Fabbri. Spiegando che, al contempo, "sono stati isolati due profili maschili estranei, denominati m2 e m3, su una parete del garage dove si è consumato il delitto e sulla gonna della vittima".
Non è tutto. "Attraverso l'utilizzo del Crime-lite, un sofisticato macchinario - prosegue il legale - sono stati individuati due profili, molto labili, che il perito ha dichiarato inutilizzabili, ma su cui faremo delle osservazioni. Inoltre, sono stati isolati due Dna femminili sul corpo della vittima. Quello rinvenuto all'interno della borsa di Pierina, su una penna, appartiene a un soccorritore".
Si tratta di novità importanti per la difesa dell'unico indagato per l'omicidio di via del Ciclamino, "per almeno due motivi". "Il primo", spiega l'avvocato, "è che è stata dimostrata l'assenza del Dna del nostro assistito".
Il secondo riguarda lo stato di conservazione dei reperti. "Nessuno potrà sostenere che il profilo di Dassilva sia stato 'mangiato' dalle muffe presenti, visto che sono stati trovati altri Dna. È un indizio che aiuta a superare ragionevoli dubbi".
Per ulteriori risposte si aspettano, comunque, i prossimi accertamenti. "Entro fine gennaio è prevista l'udienza in cui si discuteranno i risultati della perizia sui telefonini. Poi, a febbraio, ci sarà quello che per noi è un passaggio fondamentale: l'incidente probatorio sulla Cam 3, inizialmente fissato per gennaio".
L'obiettivo è capire se il soggetto ripreso mentre si incammina, di spalle, verso il portone del civico 31 dopo l'aggressione mortale a Pierina, sia Dassilva, come sostiene l'accusa, oppure qualcun altro. In particolare, il vicino di casa Emanuele Neri, che ha affermato di riconoscersi nella sagoma.
"Se dovesse risultare che non si tratta di Dassilva o se, comunque, il risultato fosse incerto, presenteremo sicuramente un'istanza di scarcerazione", ha concluso l'avvocato. "Crediamo nella sua innocenza e continueremo a difenderlo in ogni sede", ha aggiunto.
Il 35enne di origini senegalesi, supportato dalla moglie Valeria Bartolucci, ha sempre negato ogni suo coinvolgimento nella vicenda. Sostenendo, in pratica, di non avere alcun motivo per agire contro l'anziana.
L'accusa, però, è convinta che l'assassino sia lui: secondo la ricostruzione del sostituto procuratore Daniele Paci, l'uomo avrebbe ucciso Pierina per nascondere la relazione extraconiugale che da qualche mese intratteneva con la nuora, Manuela Bianchi.
Fu proprio lei, la mattina del 4 ottobre 2023, a trovare il corpo senza vita della 78enne e a dare l'allarme. Insieme al fratello Loris, a Dassilva e a sua moglie, finì subito nel mirino degli inquirenti (non venendo, comunque, mai ufficialmente indagata).
"Non sono collocabili sulla scena del crimine perché non è presente il loro Dna", ha dichiarato Davide Barzan, che assiste lei e il fratello, commentando i risultati della perizia. Lo riporta Rimini Today.