Sono accuse pesanti quelle rivolte dagli amici di Marco Magagna alla compagna Stella Boggio. La donna, 33 anni, è finita agli arresti domiciliari con l'accusa di omicidio per aver accoltellato e ucciso il 38enne durante un litigio nella loro casa di Bovisio Masciago, in provincia di Monza. Davanti agli inquirenti, ha dichiarato di aver reagito a un'aggressione da parte dell'uomo, ma i conoscenti della vittima sostengono che sia una "bugiarda".
I fatti risalgono alla notte tra il 6 e il 7 gennaio. Era stata proprio la donna, madre di un bambino avuto da una precedente relazione, a dare l'allarme. Mettendosi in contatto con le forze dell'ordine, subito dopo aver colpito con un coltello da cucina il compagno Marco Magagna, 38enne operaio di professione, aveva confessato l'accaduto, sostenendo di essersi difesa da un'aggressione da parte dell'uomo che, a suo dire, da tempo era violento.
All'arrivo dei soccorritori, per Magagna, raggiunto al torace, non c'era già più nulla da fare. Nella piccola mansarda di via Tonale, nel Comune di Bovisio Masciago, in provincia di Monza, dove si è consumata la tragedia, conviveva con la donna dallo scorso maggio. Secondo i vicini di casa, litigavano spesso. Stella Boggio ha parlato, in particolare, di "insulti, scenate di gelosia e qualche schiaffo", ma non risultano denunce ufficiali a carico di Magagna. E c'è chi, tra i suoi conoscenti, accusa la compagna di aver raccontato falsità.
Un amico della vittima, in particolare, ha riferito ai microfoni della trasmissione Rai La Vita in Diretta che Marco "era stato già aggredito" dalla 33enne, venendo "ferito a una mano". "Lo aveva accoltellato il 27 dicembre - ha dichiarato - lui si è fidato ancora di lei, non ha denunciato il fatto, ma alla fine ce l'ha fatta ad ucciderlo. Era gelosa a livelli assurdi, una gelosia compulsiva, chiedeva sempre dove fosse e cosa stesse facendo. Leggere che si sarebbe difesa fa male".
Si tratta di circostanze ancora tutte da verificare. Sono in molti, però, a ricordare Magagna come "un ragazzo d'oro" e a non credere alla versione della compagna. "La verità verrà a galla", scrive Imma. "Portavi allegria e voglia di vivere. Ancora non ci credo e non voglio crederci. Chi ti ha fatto questo pagherà, ci puoi giurare... Un giorno torneremo a ridere come i vecchi tempi", recita il messaggio Davide.
Ce ne sono poi di più duri. "Devi bruciare all'inferno", quello pubblicato da Alessandro. "Non troverai mai pace".
Come siano andate davvero le cose sarà chiarito dalle indagini ancora in corso. Intanto, la 33enne ha lasciato il carcere di San Vittore, dove era stata portata subito dopo il fermo, e ha raggiunto casa dei genitori.
Il gip del Tribunale di Monza, che ieri, 9 gennaio 2025, l'ha ascoltata parlare per oltre quattro ore in lacrime, ha accolto la richiesta presentata dal suo difensore, l'avvocato Manuel Messina, e le ha concesso gli arresti domiciliari.
Interrogato circa le accuse rivolte alla sua assistita dagli amici della vittima, il legale, all'uscita, non ha voluto commentare: "Si tratta di argomenti coperti attualmente dal segreto istruttorio rispetto al quale risponderemo quando sarà il momento", ha detto all'Ansa. Si aspettano ora sviluppi.
La vicenda, che ha sconvolto la comunità monzese, avrà ricordato a qualcuno quella di Valentina Boscaro, che nel 2022 uccise il compagno Mattia Caruso ad Abano Terme.