Il caso Ramy Elgaml continua a far discutere, dopo la diffusione del video inedito dell'inseguimento e dell'incidente tra lo scooter e la gazzella dei carabinieri, avvenuto il 24 novembre 2024 a Milano, e costato la vita al 19enne di origine egiziana. Il filmato ha provocato un'ondata di sdegno: non solo per i commenti dei militari coinvolti ("Sono caduti? Bene!"). Ma anche perché mostrerebbero un contatto tra i due mezzi: quel presunto "speronamento" sempre negato dai carabinieri.
Ieri, giovedì 9 gennaio 2025, c'è stato un vertice tra investigatori e inquirenti per fare il punto sulle indagini. L'ipotesi di reato resta, al momento, quello di omicidio stradale per il 22enne Famir Bouzidi, alla guida del TMax rimasto ferito nell'impatto, e il vicebrigadiere al volante della pattuglia. Nonostante i legali del giovane di origine tunisina abbiano chiesto l’aggravamento dell’accusa dei pm in "omicidio volontario con dolo eventuale".
I magistrati attendono però due perizie, cinematica e informatica, per stabilire l'esatta dinamica del sinistro. Intanto, riporta l'Agi, nel verbale della Polizia locale sull'incidente si legge di una "collisione" tra la Giulietta dei carabinieri e lo scooter, che ne avrebbe provocato il ribaltamento.
Le indagini sul caso proseguono e la lista degli indagati potrebbe anche allungarsi, riporta l'Ansa. Infatti altri due carabinieri sono accusati, a vario titolo, di frode processuale, depistaggio e favoreggiamento; ma le posizioni degli altri tre militari coinvolti sono attualmente al vaglio nell'inchiesta.
Le perizie cinematica e informatica dovranno fornire risposte ai punti ancora da chiarire della vicenda. Infatti, mentre nella relazione delle forze dell'ordine sull'arresto di Bouzidi viene negato un contatto tra la gazzella e lo scooter con a bordo i due ragazzi, in quella della Polizia locale di Milano si legge di una "collisione".
Lo riporta l'Agi, che ha visionato i documenti, valutati anche dalla Procura.
In questo primo report della Polizia locale vengono illustrate le fasi di quanto accaduto durante la fuga dello scooter e l'inseguimento dell'auto dei carabinieri, iniziato in via Pasubio a Milano. Prima del sinistro entrambi i veicoli percorrevano via Ripamonti in direzione della periferia, veicolo 'A' (lo scooter) inseguito dal veicolo 'B' (la pattuglia dell'Arma).
si legge sul documento. A causa di questo urto, quindi, in un momento successivo, la Yamaha T Max risulta essersi ribaltata al suolo sul fianco sinistro, con i due occupanti che vengono sbalzati a terra. Dopodiché il veicolo 'B' ha terminato la sua corsa andando a sbattere contro un palo del semaforo, posizionato sul marciapiede. Causandone così la caduta sopra la vittima Ramy Elgaml.
Nel "Fascicolo di ricostruzione dinamica", realizzata dagli investigatori del nucleo radiomobile della polizia locale analizzando i video, si legge invece che Ramy Elgaml è in fase di caduta al suolo, mentre l'auto dei carabinieri sopraggiunge in frenata.
Fondamentale per risalire alla verità sarà il filmato che il testimone ha detto di aver realizzato frontalmente e che sarebbe stato eliminato dallo smartphone, su specifica richiesta dei carabinieri.
Il testimone oculare dell'incidente, ripreso anche dal video diffuso un paio di giorni fa, ha sempre raccontato di un video che è stato costretto a cancellare, dopo l'intervento di due carabinieri.
è la deposizione rilasciata da Omar E., riportata da Il Corriere della Sera. Il giovane ha anche raccontato che era "molto agitato", aveva visto la macchina che non era riuscita a frenare, mentre sia la vettura che lo scooter avevano colpito il palo.
Il ragazzo ha inoltre riferito di "aver ripreso tutto". Ora è in corso una consulenza informatica della Procura, in modo da capire se davvero esista il video e se sia recuperabile.
Dopo la diffusione del video inedito, nella serata di ieri 9 gennaio si sono svolte due manifestazioni, una a Milano e un'altra a Torino, per chiedere "giustizia per Ramy".
A Milano erano presenti alcune centinaia di persone, tra cui familiari e amici del giovane deceduto.
"Ramy è stato ucciso dalle forze dell'ordine, è l'ennesima vittima di un omicidio di Stato", ha detto una delle organizzatrici della protesta, promossa dal collettivo Rebelot. Mentre la fidanzata del 19enne ha ribadito che "non meritava questa fine".
"Grazie per essere venuti tutti per Ramy. Voglio solo che sia una cosa tranquilla, senza casini e con tutto rispetto" ha detto Tarek, uno dei suoi fratelli.
Il corteo più violento a Torino, dove si sono registrati scontri con la polizia.