Si chiama Antonio Rizzi l'uomo che i carabinieri della compagnia di Bari hanno fermato nella serata di ieri, 13 gennaio 2025, per l'omicidio di Francesco Dogna, il 63enne trovato morto nella sua abitazione del quartiere Santo Spirito lo scorso 8 gennaio. Secondo le prime ricostruzioni, il 42enne, con precedenti penali, aveva pianificato la fuga.
La Gazzetta del Mezzogiorno, tra i primi a riportare la notizia del fermo, parla di "gravi indizi di colpevolezza" a carico di Antonio Rizzi, 42enne di Bitritto con precedenti per reati contro il patrimonio e maltrattamenti in famiglia.
A portare gli inquirenti a lui sarebbe stata, innanzitutto, l'analisi dei filmati delle telecamere di videosorveglianza installate nei pressi dell'abitazione di Francesco Dogna, che la sera dell'omicidio lo avrebbero ripreso arrivare e poi fuggire a bordo della sua auto, parcheggiata in una traversa poco distante.
Non è tutto. Ad incastrarlo, ci sarebbero, a quanto pare, anche l'analisi delle tracce di sangue rinvenute sulla scena del crimine e il ritrovamento, sul pc della vittima, di una serie di messaggi che, qualche giorno prima del 7 gennaio, i due si sarebbero scambiati.
Oggi, 14 gennaio, Rizzi sarà interrogato. Poi verrà trasferito nel carcere di Bari.
Secondo quanto emerso finora, il 42enne aveva pianificato di raggiungere il nord Italia e poi l'estero, sperando di sfuggire alla cattura, che invece, dopo quasi una settimana dal tragico ritrovamento del corpo senza vita di Dogna, è arrivata inesorabile.
Sembra che i due si conoscessero da almeno 10 anni. L'ipotesi è che Rizzi abbia colpito Dogna con le 80 coltellate riscontrate sul suo corpo in sede di autopsia al culmine di una lite scoppiata per incomprensioni relative all'uso di sostanze stupefacenti.
Saranno gli accertamenti ancora in corso a fugare ogni dubbio, facendo luce sulle esatte dinamiche dell'accaduto, che a Bari ha sconvolto tutti. Il corpo del 63enne, incensurato, dipendente di Exprivia, era stato ritrovato dalla sorella e dal cognato, preoccupati di non avere sue notizie dal giorno precedente, in una pozza di sangue.
Le indagini, coordinate dalla pm Carla Spagnuolo, erano partite subito, non escludendo alcuna pista. Poi, ieri, la svolta.
"Eri un uomo unico e speciale, ti chiamavo zio 2.0. Eri un amico, un fratello e un compagno di avventure. Insieme abbiamo vissuto momenti indimenticabili", ha ricordato un nipote della vittima durante i funerali, celebrati sempre ieri nella chiesa dello Spirito Santo di Bari.
"Ovunque andassi lasciavi il segno, avevi la capacità di far sentire tutti speciali. Eri una persona capace di unire e di creare legami che duravano una vita", ha aggiunto, ringraziando lo zio anche in nome degli altri familiari per l'affetto che ha sempre dato loro.
"Come mio padrino, sei stato una guida preziosa; ora che non ci sei più, il tuo ricordo resta una luce eterna nel mio cuore", le parole affidate a un post pubblicato su Facebook. Solo uno dei tanti che riguardano la sua morte, seguita di qualche giorno a quella, altrettanto tragica, del neonato senza nome trovato nella culla termina di una chiesa di Poggiofranco. Morte oggetto d'indagine da parte della Procura.
Antonio Rizzi fermato per l'omicidio di Francesco Dogna: il 42enne Antonio Rizzi, con diversi precedenti penali, è stato arrestato dai carabinieri di Bari per l'omicidio di Francesco Dogna, il 63enne trovato morto nella sua casa a Santo Spirito l'8 gennaio 2025.
Le circostanze del delitto: sembra che Rizzi e Dogna si conoscessero da oltre dieci anni. L'omicidio sarebbe avvenuto durante una lite legata all'uso di sostanze stupefacenti. Rizzi aveva pianificato di fuggire verso il nord Italia e l'estero, ma dopo quasi una settimana di indagini è stato arrestato. Diversi gli indizi a suo carico.
Funerali e commozione: durante i funerali di Francesco Dogna, i familiari e gli amici lo hanno ricordato come una persona speciale. La sua morte segue quella del neonato trovato senza vita nella culla termica di una chiesa di Poggiofranco, sempre a Bari.