16 Jan, 2025 - 13:57

Giampaolo Amato condannato per gli omicidi di moglie e suocera, i giudici: "È un assassino spietato"

Giampaolo Amato condannato per gli omicidi di moglie e suocera, i giudici: "È un assassino spietato"

"Giampaolo Amato è un freddo e spietato assassino". È quanto scrivono i giudici della Corte d'Assise di Bologna nelle oltre 280 pagine di motivazioni della sentenza con cui, lo scorso ottobre, hanno condannato l'ex oculista della Virtus, accusato degli omicidi di moglie e suocera, all'ergastolo. 

Giampaolo Amato condannato all'ergastolo: le motivazioni

Giampaolo Amato, oggi 65enne, era accusato di aver ucciso la moglie Isabella Linsalata e la suocera Giulia Tateo a soli 22 giorni di distanza l'una dall'altra, avvelenandole con un mix di farmaci ad uso medico, nell'ottobre del 2021. 

Nel corso del processo a suo carico, l'uomo si è sempre proclamato innocente. "Sono stato descritto come un mostro - ha dichiarato in aula lo scorso ottobre -, come un mentitore seriale, un violento, uno che ha sovrastima di se stesso e un criminale, esattamente il contrario di come sono". 

I giudici, alla fine, hanno accolto la richiesta della Procura, riconoscendolo colpevole e condannandolo al massimo della pena. Nelle motivazioni della sentenza scrivono:

virgolette
Anche la Corte ha trovato difficile accettare che nella persona di Giampaolo Amato, come conosciuta da figli, amici e colleghi di lavoro e come presentatasi nel dibattimento, si nascondesse un freddo e spietato assassino. Tuttavia tale constatazione è suffragata non solo dalle inconfutabili prove assunte, ma anche dalla sua personalità.

Il riferimento è alla consulenza affidata dai difensori dell'uomo al professor Renato Ariatti, che lo ha definito "un manipolatore dei fatti, alimentato da un'altissima considerazione di sé e da un senso di superiorità intellettuale".

Il movente degli omicidi di moglie e suocera

Secondo i giudici, quando si macchiò degli omicidi della moglie e della suocera, "le persone che si frapponevano tra lui e la felicità che era convinto di meritare", Amato voleva essere libero di vivere la relazione extraconiugale che da un po' intratteneva con una donna più giovane.

Sembra infatti che quest'ultima lo avesse messo alle strette, chiedendogli di scegliere tra lei e la sua famiglia.

"Solo con la morte di Giulia e Isabella, soprattutto se tragica e inaspettata - prosegue la Corte -, egli avrebbe avuto la possibilità di far accettare ai due figli la sua nuova vita sentimentale e, al contempo, rimanere nello stabile di via Bianconi". A riportarlo è Bologna Today. 

Gli elementi a carico dell'ex oculista della Virtus Bologna

All'ex medico della Virtus non sono state riconosciute attenuanti. Questo perché, sempre secondo i giudici, avrebbe mostrato una "fredda determinazione" nel programmare gli omicidi e nel farli sembrare due morti naturali, "soprattutto non preoccupandosi affatto di compromettere la memoria delle vittime", in particolare della moglie.

Stando alla sua versione, infatti, sarebbe stata Linsalata a somministrare a se stessa e alla madre i famosi farmaci, provocando, inavvertitamente, "la morte con le medesime sostanze" di entrambe. Una versione che per la Corte non sta in piedi: le prove a suo carico, scrivono i giudici, "sono inconfutabili". Ci sono i movimenti registrati dal suo smartwatch nelle notti degli omicidi, le tracce di Midazolam rinvenute in una bottiglia di vino offerta alla moglie e conservata in futura memoria dalla sorella.

Ci sono "le molte ed evidenti contraddizioni" dell'imputato. Che ora, in vista del processo d'Appello, ha cambiato avvocati, affidandosi al professor Franco Coppi, storico legale di Giulio Andreotti e Silvio Berlusconi, e all'avvocato Vittorio Spigarelli, già presidente dell'Unione delle camere penali italiane.

Caso Amato, cosa sappiamo

  • Condanna di Giampaolo Amato: Giampaolo Amato, ex medico della Virtus Bologna, è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio della moglie Isabella Linsalata e della suocera Giulia Tateo, uccise con un mix di farmaci.

  • Le motivazioni della Corte d'Assise: i giudici lo hanno definito un "assassino spietato", sottolineando la sua "fredda determinazione". Secondo loro, il movente sarebbe stato il desiderio di vivere liberamente la sua relazione extraconiugale con una donna più giovane.

  • Prove a carico: la condanna si basa su prove ritenute "inconfutabili", come i movimenti registrati dallo smartwatch di Amato, che si è sempre proclamato innocente, nelle notti degli omicidi. 

AUTORE
foto autore
Sara D'Aversa
condividi sui social
condividi su facebook condividi su x condividi su linkedin condividi su whatsapp
ARTICOLI RECENTI
LEGGI ANCHE