16 Jan, 2025 - 13:45

Limite contante e accertamenti fiscali 2025: come evitare sanzioni e pagare correttamente

Limite contante e accertamenti fiscali 2025: come evitare sanzioni e pagare correttamente

Anche nel 2025, la lotta contro l’evasione fiscale continua con determinazione. Il limite per i pagamenti in contante rimane una misura primaria, fissato a 5.000 euro.

A pochi giorni dall’inizio del nuovo anno, è fondamentale sapere che, qualora una transazione superi tale cifra, sarà necessario ricorrere a metodi di pagamento tracciabili, come bonifici bancari o assegni non trasferibili, per evitare sanzioni che possono arrivare fino a 50.000 euro. 

Vediamo insieme le nuove regole sul limite dei contanti nel 2025.

Perché è importante conoscere il limite dei pagamenti in contante nel 2025?

Il limite dei pagamenti in contante fino a 4.999,99 euro è una misura introdotta dal governo italiano con l’obiettivo di contrastare l’evasione fiscale e aumentare la trasparenza nelle transazioni economiche.

L’utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili, come bonifici o carte di credito, consente di monitorare i flussi di denaro e prevenire fenomeni illegali come il riciclaggio di denaro o il finanziamento del terrorismo.

Questo processo è essenziale per evitare che cittadini, professionisti e imprese finiscano sotto l’occhio del fisco a causa di incongruenze nei redditi dichiarati.

Le nuove regole sui pagamenti in contante nel 2025: cosa cambia?

Il futuro dei pagamenti in contante è regolato da nuove normative che entreranno in vigore nel 2025 e diventeranno ancora più restrittive nei prossimi anni. L’obiettivo è contrastare in modo attivo l’illegalità a livello nazionale e internazionale.

Non si tratta di novità misteriose, ma di regole chiare, che fissano il limite per i pagamenti in contante a 5.000 euro.

Ad esempio, se Mario deve fare un pagamento superiore a 5.000 euro, sarà obbligato a utilizzare metodi tracciabili, come bonifici bancari, carte di credito, assegni non trasferibili o altri strumenti che lasciano una "traccia" del pagamento.

Un altro punto importante riguarda l’IVA, che viene calcolata su ogni transazione. Pertanto, tentativi di aggiramento del limite, come frazionare un pagamento maggiore in piccole somme, sono inefficaci e non consentiti.

Nel caso di pagamenti rateali, come per lavori edilizi o servizi a lungo termine, ogni rata non dovrà superare i 5.000 euro, cioè deve essere inferiore a 4.999,99 euro.

Anche la distanza tra le rate è rilevante: se non sono correttamente allineate con le normative, si applicano le stesse regole per il pagamento in contante.

Limite dei contanti e operazioni bancarie: cosa dice la normativa?

A livello europeo, la normativa stabilisce un limite di 10.000 euro per le operazioni in contante. È importante sapere che i movimenti che superano questa soglia sono soggetti a sorveglianza da parte delle autorità finanziarie.

Come riportato da lastampa.it, dal 10 luglio 2027, tutti i Paesi dell’UE dovranno allinearsi al diritto europeo.

In Italia, le transazioni superiori ai 10.000 euro sono già segnalate automaticamente dalla banca all’Unità di Informazione Finanziaria. In questi casi, spetta al cliente dimostrare che i fondi sono leciti, altrimenti potrebbero scattare indagini.

Quando scatta l’accertamento bancario in caso di violazione del limite?

Il fisco ha il diritto di esaminare i conti correnti bancari di un contribuente quando si verificano movimenti sospetti o ingiustificati. "In caso di prelievi o versamenti non giustificati, l’Amministrazione finanziaria ha il diritto di procedere con un accertamento bancario", come stabilito dall'articolo 32 del Testo Unico delle imposte sui redditi (D.P.R. n. 600/1973).

Come riportato da fiscooggi.it, la Commissione Tributaria Regionale della Campania, con la sentenza n. 2594 dell'8 giugno 2020, ha confermato che "gli elementi risultanti dalle indagini bancarie eseguite ex art. 32 del citato D.P.R. n. 600/1973 evidenziano che la norma sopra richiamata prevede una presunzione (relativa) in base alla quale i versamenti non giustificati operati su conti correnti bancari vanno imputati a ricavi", a meno che non vengano forniti elementi idonei a giustificare movimenti differenti.

Cosa si rischia a non rispettare il limite dei pagamenti in contante nel 2025?

Le sanzioni per la violazione del limite dei pagamenti in contante sono severe. Se non vengono utilizzati metodi tracciabili, le multe possono variare da 1.000 a 50.000 euro. In alcuni casi, se l’importo della violazione supera 250.000 euro, la sanzione minima è pari a 5.000 euro.
Nota bene: anche chi riceve il pagamento rischia la stessa sanzione se non rispetta le normative, a meno che non sia obbligato a segnalarlo alle autorità (ad esempio, un intermediario finanziario). Le sanzioni per chi riceve il pagamento vanno da 3.000 a 15.000 euro.

5 regole sul limite del contante nel 2025: risposte alle domande più comuni

  1. Qual è il limite dei pagamenti in contante nel 2025? Il limite per i pagamenti in contante rimane fissato a 5.000 euro. Se una transazione supera questa cifra, è obbligatorio utilizzare metodi di pagamento tracciabili come bonifici bancari, carte di credito o assegni non trasferibili per evitare sanzioni che possono arrivare fino a 50.000 euro.
  2. Cosa succede se si cerca di aggirare il limite dei pagamenti in contante? Cercare di aggirare il limite, come frazionare un pagamento in più piccole somme, è considerato illegale. In caso di violazione, le sanzioni vanno da 1.000 a 50.000 euro, con punizioni più severe in caso di violazioni superiori ai 250.000 euro.
  3. Cosa succede se non si rispettano le nuove regole sul limite dei contanti? Chi non rispetta il limite dei pagamenti in contante rischia multe che vanno da 3.000 a 15.000 euro. Inoltre, se il pagamento viene effettuato tramite un intermediario finanziario che non segnala l’irregolarità, rischia la stessa sanzione. La legge stabilisce che “se il contribuente non riesce a giustificare i movimenti bancari, questi vengono considerati ricavi” e sanzionati di conseguenza.
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Antonella Tortora
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