L’iscrizione nel registro degli indagati della presidente del Consiglio Giorgia Meloni nell’ambito del caso Almasri continua a sollevare un acceso dibattito politico e istituzionale. Sulla vicenda è intervenuto anche l’ex magistrato Luca Palamara, ai microfoni di Greenwich su Radio Cusano Campus, evidenziando il delicato rapporto tra politica e giustizia.
“Non conosciamo il merito della denuncia – ha dichiarato Palamara – ma è evidente che si sono create due fazioni. Alcuni sostengono che l’avviso di garanzia sia un atto dovuto, ma l’articolo 335 del Codice di procedura penale prevede una valutazione prima dell’iscrizione nel registro degli indagati. Questo mi porta a pensare che non si tratti di un atto obbligato, bensì di una scelta precisa.”
L’ex magistrato ha poi sottolineato come, a suo avviso, la magistratura tenda ad adottare un certo atteggiamento nei confronti dei governi di destra. “La storia insegna. Quando la guida del Paese non è nelle mani della sinistra, assistiamo a dinamiche che creano conflitti istituzionali. La magistratura sostiene che governano le leggi e non i rappresentanti eletti dal popolo, mentre il governo rivendica il diritto di governare sulla base del mandato ricevuto dagli elettori. Sono due posizioni inconciliabili.”
Palamara ha poi fatto riferimento alla gestione dei flussi migratori, tema centrale nel dibattito politico: “Questo scontro rende difficile capire quali politiche possa realmente attuare un governo. Il cortocircuito tra politica e magistratura era già presente, ma questa vicenda lo ha ulteriormente amplificato.”
Infine, l’ex magistrato ha espresso preoccupazione per le conseguenze che questa contrapposizione potrebbe avere sul sistema Paese. “Il danno è stato fatto. In passato la magistratura si è interrogata sulla ragion di Stato, oggi sembra che la riflessione sia stata fatta in senso opposto. È evidente che ci saranno sviluppi e ripercussioni.”
La vicenda continua a dividere l’opinione pubblica e a porre interrogativi sul ruolo della magistratura e sui limiti dell’azione politica. Intanto, il governo Meloni dovrà affrontare non solo le implicazioni giudiziarie del caso, ma anche il dibattito politico che ne è scaturito.