Il terzo mandato è storia passata, anzi "tramontato", come ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa. Fratelli d'Italia, nonostante l'apparente indecisione sul voto all'emendamento che sarà presentato domani dalla Lega, sembra abbastanza orientato a votare "no". L'ultimo rantolo del terzo mandato è rappresentato proprio da quell'emendamento sul quale nemmeno via Bellerio è pronta a investire a pieno: si tratta più di una battaglia ideologica che di una proposta.
Bocciatura scontata, insomma, nel voto di domani in Commissione al Senato. Ma il centrodestra preferisce guardare avanti e dare il via alla campagna elettorale nelle sei Regioni dove si voterà nell'autunno del 2025, prima del possibile referendum costituzionale che coinvolgerà la riforma della giustizia.
Il centrodestra parte in vantaggio in due Regioni: il Veneto e le Marche. I recenti sondaggi premiano il presidente di queste ultime, Francesco Acquaroli, che potrebbe essere riconfermato. Tuttavia, il divario con il candidato di centrosinistra, Matteo Ricci, non è così enorme. Per quanto riguarda la sfida per Palazzo Balbi regna ancora l'incertezza. Tanto da programmare in vista del prossimo autunno e delle vacanze estive che inizieranno il 7 agosto per la Camera dei deputati e il 9 per il Senato.
La proposta di estendere il limite dei mandati per i presidenti di Regione ha subito un brusco stop. Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha dichiarato "tramontata" l’ipotesi del terzo mandato, seguito da Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia, che ha chiarito la mancanza di un accordo politico tra Lega e Forza Italia, rendendo inutile ogni tentativo di approvazione.
Nonostante la Lega abbia presentato un emendamento in commissione, consapevole delle sue scarse possibilità, né Fratelli d’Italia né Forza Italia hanno offerto supporto, segnando la fine del tentativo.
Il centrodestra ora concentra l’attenzione sulle prossime elezioni regionali, con particolare attenzione a Campania e Puglia, dove si teme che la mancata rielezione dei presidenti uscenti possa favorire il centrosinistra. La Lega sottolinea come la possibilità di una nuova candidatura di De Luca ed Emiliano avrebbe indebolito gli avversari. Tuttavia, nonostante il pressing finale, Fratelli d’Italia non ha cambiato posizione. Tra gli alleati emerge il sospetto di un tacito accordo tra Fdi e Pd per bloccare l’emendamento.
Con il dossier sui mandati ormai accantonato, si apre il cantiere delle candidature regionali. Il nodo più delicato è il Veneto, con la Lega che vuole proseguire il percorso tracciato da Zaia, pur senza il governatore uscente in corsa. Fratelli d’Italia punta invece a rafforzarsi nel Nord.
Parallelamente, proseguono i lavori parlamentari su altre riforme: dal fine vita alla separazione delle carriere in magistratura, fino al premierato, che non sarà discusso prima dell’autunno. Sul tavolo anche il provvedimento per Roma Capitale, che dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri entro l’estate. Inutile dire che l'iter per le riforme è ancora lungo: il ministro della Giustizia Nordio ha già detto che la sua riforma sarà quasi sicuramente sottoposta a referendum.
Il 2026 sembra invece l'anno – l'ultimo prima delle elezioni del 2027 – nel quale potrebbero arrivare le svolte necessarie promesse nel 2022. Per ora c'è ancora tanto su cui lavorare, ma sembra che la seconda metà del 2025 sarà molto impegnativa per il governo.