"Io prima di te" è un romanzo scritto da Jojo Moyes nel 2013, da cui è stato tratto l'omonimo film del 2016 diretto da Thea Sharrock. La storia ruota attorno a Louisa "Lou" Clark, una giovane donna di 26 anni che vive in una cittadina della campagna inglese, e William "Will" Traynor, un ex banchiere di successo rimasto tetraplegico a seguito di un incidente motociclistico.
Will muore nel finale della storia, quando decide di recarsi in Svizzera per sottoporsi al suicidio assistito. Ma procediamo con ordine...
Louisa Clark è una ragazza dal carattere solare e dall'abbigliamento eccentrico. Dopo aver perso il lavoro in un bar locale, si trova costretta a cercare una nuova occupazione per sostenere la sua famiglia. Viene così assunta come assistente e compagnia per Will Traynor, un giovane ricco e di successo che, dopo un incidente, ha perso l'uso degli arti e la voglia di vivere. Will, infatti, è diventato cinico e distaccato, convinto che la sua vita non abbia più senso.
Nonostante l'iniziale difficoltà nel relazionarsi con Will, Louisa decide di impegnarsi per dimostrargli che la vita può ancora offrire momenti di gioia e significato. Organizza diverse attività e avventure nel tentativo di risvegliare in lui la passione per la vita. Durante questo percorso, i due sviluppano un legame profondo che va oltre la semplice amicizia, trasformandosi in un amore sincero.
Nonostante i tentativi di Louisa e il sentimento che li unisce, Will rimane fermo nella sua decisione di porre fine alla propria vita attraverso il suicidio assistito. Prima dell'incontro con Louisa, aveva già pianificato di recarsi in una clinica in Svizzera specializzata in eutanasia. La sua sofferenza fisica e psicologica lo porta a ritenere che questa sia l'unica via per sfuggire a una vita che percepisce come priva di dignità e autonomia.
Louisa, sconvolta dalla determinazione di Will, cerca in tutti i modi di fargli cambiare idea, mostrando come la loro relazione possa rappresentare una nuova opportunità di felicità. Tuttavia, Will è convinto che, nonostante l'amore che prova per Louisa, la sua condizione non gli permetta di vivere una vita piena come desidera.
Nel finale della storia, Will procede con la sua decisione e si reca in Svizzera per sottoporsi al suicidio assistito, con Louisa al suo fianco fino all'ultimo momento. Dopo la sua morte, Louisa riceve una lettera in cui Will le esprime il suo amore e la incoraggia a vivere appieno la sua vita, utilizzando l'eredità che le ha lasciato per perseguire i suoi sogni e scoprire nuove esperienze.
Questo epilogo ha suscitato diverse polemiche, soprattutto da parte di rappresentanti delle persone con disabilità. Alcuni hanno criticato la scelta narrativa di rappresentare il suicidio assistito come soluzione alla disabilità, ritenendo che possa trasmettere un messaggio negativo riguardo al valore della vita delle persone disabili. Jay Ruderman, presidente della Ruderman Family Foundation, ha affermato: "Il semplice fatto che un film come questo esista è di per sé un messaggio profondamente preoccupante che mandiamo alla nostra società a proposito delle persone con disabilità".