Scontrino fiscale di carta prossimo all’addio. Un gesto quotidiano, quello di ricevere il documento commerciale dopo ogni acquisto, che tra pochi anni potrebbe entrare definitivamente nell’archivio delle abitudini obsolete.
La decisione è ormai presa: con la risoluzione fiscale approvata il 16 giugno 2025, il legislatore ha avviato la graduale eliminazione della versione cartacea del documento commerciale, aprendo la strada a una digitalizzazione diffusa e strutturata.
L’obiettivo è duplice: ridurre l’impatto ambientale della stampa termica e rafforzare l’efficienza del sistema fiscale. Ma il cambiamento coinvolgerà imprese, consumatori, strumenti tecnologici e persino enti come l’INPS, che potrebbero trarre vantaggio da un nuovo modo di tracciare le transazioni.
Ma quando scatterà l’obbligo? Come funzionerà la ricezione dello scontrino in formato digitale? E in che modo questa trasformazione interesserà la pubblica amministrazione? Scopriamolo insieme.
Il processo di eliminazione dello scontrino fiscale di carta è stato avviato ufficialmente con l’approvazione della risoluzione che mira a incentivare l’utilizzo esclusivo del documento commerciale digitale. Il provvedimento stabilisce che, dal 1° gennaio 2027, i registratori di cassa dovranno essere dotati obbligatoriamente di un sistema in grado di generare e trasmettere digitalmente lo scontrino.
La transizione sarà graduale:
In sostanza, per chi effettua un pagamento con POS, lo scontrino sarà automaticamente generato in formato digitale. L’invio sarà possibile via e-mail o SMS, sfruttando le tecnologie già in uso nella fatturazione elettronica e nei sistemi di pagamento tracciabili.
Abbandonare lo scontrino fiscale di carta comporta vantaggi evidenti. Innanzitutto sotto il profilo ambientale: la carta termica, utilizzata per la stampa degli scontrini, contiene sostanze chimiche non riciclabili. Nonostante venga spesso gettata nella raccolta differenziata, in realtà andrebbe smaltita come rifiuto indifferenziato.
La sua produzione e gestione comportano costi nascosti per le imprese e per il sistema di smaltimento pubblico.
La digitalizzazione, invece, consente di ridurre il volume di rifiuti e tagliare i costi per gli esercenti: niente più spese per rotoli di carta, manutenzione dei registratori o errori di stampa. Ma c’è di più.
Trasmettendo i dati in tempo reale all’Agenzia delle Entrate, ogni scontrino digitale contribuirà a rafforzare il controllo fiscale, rendendo più difficile ogni forma di evasione.
Per il cliente finale, il documento digitale diventa uno strumento facile da archiviare e consultare. Non si sgualcisce, non si perde, non scolorisce. Si conserva in una casella di posta o in un’app, pronto all’occorrenza per una garanzia, una detrazione o un eventuale rimborso.
Un sistema in cui ogni scontrino viene digitalizzato offre nuove opportunità anche per la pubblica amministrazione, INPS inclusa.
Gli enti potranno beneficiare di una più accurata tracciabilità dei flussi economici, con vantaggi rilevanti in fase di analisi dei dati, accertamento reddituale e gestione delle prestazioni assistenziali.
Pensiamo, ad esempio, a strumenti come l’ISEE o a misure di welfare ancorate ai consumi. Uno storico digitale degli acquisti può offrire una fotografia più precisa della condizione economica del cittadino, permettendo interventi più mirati e tempestivi.
Inoltre, la maggiore trasparenza fiscale favorisce il contrasto a fenomeni di irregolarità, migliorando la qualità delle banche dati su cui l’INPS costruisce le proprie valutazioni.
Non è solo una questione di efficienza: si tratta di costruire un sistema che mette in rete i dati, li valorizza e li utilizza per semplificare i rapporti tra cittadino e Stato.