19 Jun, 2025 - 15:46

Economia della Russia in crisi? Ecco cosa ha detto il ministro Reshetnikov

Economia della Russia in crisi? Ecco cosa ha detto il ministro Reshetnikov

Negli ultimi mesi, la tenuta dell’economia russa è diventata uno dei temi centrali nel dibattito pubblico e politico del Paese. Il 19 giugno 2025, durante il Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo, il ministro dell’Economia Maxim Reshetnikov ha rilasciato dichiarazioni che hanno acceso ulteriormente i riflettori sulla reale situazione economica della Federazione. Ma cosa ha detto davvero il ministro? E quali sono le prospettive per la Russia?

Russia, Reshetnikov: “Siamo sulla soglia della recessione”

Durante il suo intervento, Reshetnikov non ha usato mezzi termini: “Secondo i dati, c’è un raffreddamento, ma tutte le nostre cifre sono come uno specchietto retrovisore. Secondo la percezione attuale delle imprese e degli indicatori di business, siamo già, a mio avviso, sulla soglia di entrare in recessione. Sulla soglia”. Il ministro ha sottolineato come i segnali di rallentamento siano ormai evidenti e che la situazione richieda decisioni tempestive e coraggiose.

Reshetnikov ha però precisato che la recessione non è inevitabile: “Tutto dipende dalle nostre decisioni”, lasciando intendere che il governo e la Banca centrale hanno ancora margini di manovra per evitare il peggio.

I fattori della crisi: inflazione, tassi alti e spese di guerra

Le parole del ministro arrivano in un contesto di crescenti difficoltà. L’inflazione in Russia ha raggiunto livelli record, spinta dalle spese militari legate alla guerra in Ucraina e dal calo dei prezzi del petrolio, una delle principali fonti di entrate per il Paese. Per contenere l’inflazione, la Banca centrale ha mantenuto i tassi d’interesse al 21% fino a giugno, quando sono stati ridotti al 20%. Tuttavia, questi livelli rimangono tra i più alti al mondo, soffocando investimenti e domanda interna.

Il ministro ha evidenziato come l’elevato costo del denaro stia penalizzando soprattutto le imprese non legate al comparto difesa, con un calo degli ordini e delle vendite in settori chiave come alimentare, chimica, automotive e costruzioni di macchinari. “Il volume degli ordini delle aziende sta diminuendo: un esempio lampante è il mercato automobilistico, dove le vendite di veicoli per passeggeri e, in particolare, di macchinari specializzati e attrezzature agricole, stanno diminuendo a causa degli elevati tassi di interesse sui prestiti”, aveva già dichiarato Reshetnikov nei mesi scorsi.

Le pressioni sulla Banca centrale e il rischio di “raffreddamento eccessivo”

Il ministro ha ribadito la necessità di un taglio tempestivo dei tassi per rilanciare la crescita, sposando le richieste di molti imprenditori e banchieri, come Alexander Vedyakhin di Sberbank, che ha parlato di “pericolo di un raffreddamento eccessivo dell’economia” e di crescita futura molto contenuta se non si interviene rapidamente. Secondo Vedyakhin, solo un tasso inferiore al 15% potrebbe salvare l’economia reale dall’abisso.

Tuttavia, la governatrice della Banca centrale Elvira Nabiullina ha mantenuto una posizione prudente, sostenendo che un allentamento monetario prematuro potrebbe far ripartire l’inflazione, già prevista al 7,6% per il 2025, ben oltre il target iniziale del 4,5%.

Una crisi strutturale aggravata dalle sanzioni

Oltre ai problemi interni, la Russia deve fare i conti con le sanzioni occidentali, che hanno limitato l’accesso ai mercati finanziari internazionali e alle tecnologie avanzate, e con la crescente difficoltà di garantire l’approvvigionamento alimentare, come dimostra il recente aumento dei prezzi delle patate e di altri beni di prima necessità.

Il governo ha già dovuto tagliare progetti chiave in vari settori e destinare il 40% del bilancio 2025 a spese militari e di sicurezza, la quota più alta dai tempi dell’Urss.

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