06 Apr, 2025 - 08:03

Alberto Angela e lo choc del rapimento: la drammatica esperienza vissuta in Niger nel 2002

Alberto Angela e lo choc del rapimento: la drammatica esperienza vissuta in Niger nel 2002

 Volto amatissimo della televisione italiana e simbolo della divulgazione scientifica, Alberto Angela ha sempre incarnato uno stile sobrio, competente e profondamente rispettoso del pubblico. Figlio dell’indimenticato Piero Angela, ha saputo ritagliarsi uno spazio tutto suo grazie alla capacità di raccontare la storia, l’arte e la scienza con uno sguardo affascinante e accessibile. 

Nonostante la popolarità, Angela ha sempre mantenuto un profilo discreto sulla sua vita privata, dedicandosi con passione al lavoro e a progetti di alto valore culturale, come Ulisse – Il Piacere della Scoperta, tornato in onda su Rai 1 a partire dal 7 aprile 2025. 

Ma nella lunga carriera del divulgatore c’è stato anche un momento drammatico che ha segnato profondamente la sua vita e quella della sua troupe: il rapimento in Niger nel 2002, un episodio tanto sconvolgente quanto poco noto al grande pubblico.

Il rapimento di Alberto Angela: un viaggio di lavoro trasformato in incubo nel deserto del Niger

Nel 2002, durante le riprese per una puntata di “Ulisse – Il Piacere della Scoperta”, Alberto Angela si trovava con la sua troupe nel deserto del Sahara, tra i confini del Niger e dell’Algeria.

Quel viaggio, pensato per documentare le meraviglie archeologiche e naturalistiche della regione, si trasformò in una delle esperienze più angoscianti della sua vita. La spedizione, composta da sei operatori, fu improvvisamente assalita da un veicolo che sbucò dal nulla ad alta velocità. A bordo c’erano tre uomini armati, con il volto coperto da turbanti e occhiali scuri. In pochi secondi la troupe fu circondata, immobilizzata e minacciata con armi da fuoco.

Quelle 15 ore di sequestro rappresentarono un inferno a cielo aperto, vissuto nel silenzio e nell’aridità del deserto, in un clima surreale e allucinato.
Alla fine, per motivi mai chiariti del tutto, i sequestratori decisero di rilasciare Alberto Angela e la troupe.

Derubati di tutto, feriti e sotto shock, riuscirono a fare ritorno in Italia il giorno successivo, portando con sé un bagaglio di dolore e paura che avrebbe lasciato il segno in ciascuno di loro. Un evento che, come ammesso dallo stesso Angela, ha cambiato il suo modo di vedere il mondo e ha rafforzato in lui il rispetto per la fragilità della vita.

Alberto Angela e la forza del racconto: dal trauma alla rinascita professionale

Nonostante il trauma, Alberto Angela non ha mai interrotto il suo impegno nella divulgazione culturale. La sua capacità di trasformare anche l’esperienza più drammatica in occasione di riflessione e crescita è uno degli aspetti che lo rendono una figura così autorevole e amata.

Il rapimento in Niger, sebbene poco raccontato dai media nel tempo, è emerso solo anni dopo grazie a una sua testimonianza diretta.

Le sue parole: " Prima ci hanno chiesto droga e alcol, poi ci hanno chiesto invece se fossimo delle spie. Abbiamo trascorso delle ore come dei condannati a morte, cercando di farci coraggio a vicenda.”

Il coraggio di raccontare e la lezione umana 

L’episodio del rapimento di Alberto Angela e della sua troupe nel 2002 rimane un capitolo poco conosciuto ma estremamente significativo del suo percorso professionale e umano

In questi giorni, mentre torna in onda con nuove puntate di Ulisse dedicate a Van Gogh e alla città di Istanbul, Alberto Angela dimostra di aver trasformato la paura in motivazione, il dolore in determinazione. 

 

 

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