Adescato sui social, ucciso a coltellate, poi gettato in un laghetto in una zona impervia della Val Vibrata. Il cadavere di Martino Caldarelli, 48enne di San Pietro, frazione di Isola del Gran Sasso nel Teramano, è stato ripescato all'alba di oggi, 16 aprile 2025. La sua misteriosa scomparsa, avvenuta venerdì 11 aprile, celava in realtà un efferato omicidio.
Per il delitto sono stati fermati una donna di 26 anni e il compagno 40enne: lei avrebbe confessato. Le accuse contro le coppia sarebbero granitiche, come evidenziato in conferenza stampa dal procuratore capo di Teramo, Ettore Picardi, e dal comandante provinciale dei Carabinieri, Pasquale Saccone. Caldarelli è stato ucciso per essersi opposto a un tentativo di rapina.
Nelle ultime ore un dettaglio inquietante è emerso dalle indagini: un altro uomo sarebbe caduto nella stessa trappola. Al contrario della vittima, sarebbe stato lasciato libero dopo aver consegnato soldi e auto ai due criminali.
Il servizio sull'omicidio della tv locale SuperJ
Martino Caldarelli era un ex dj e falegname, che però da qualche tempo aveva interrotto la sua attività lavorativa per seguire la madre malata, a cui era molto legato, riporta IlPescara. Ultimamente usciva poco. Penultimo di sette fratelli, è stato uno di loro a lanciare l'allarme.
L'uomo era uscito intorno alle 14:30 di venerdì 11 aprile 2025 dall'abitazione che condivideva con la madre, dicendo che si sarebbe recato in palestra a Val Vomano, dove in realtà non è mai arrivato.
Il suo telefonino, agganciato a una cella di Val Vibrata, risultava spento fin da venerdì e di lui si erano perse le tracce. Fino all'alba di oggi, quando il cadavere, legato a un peso in modo da impedire che riemergesse, è stato ripescato in un laghetto artificiale nelle campagne di Corropoli.
A guidare le forze dell'ordine sul luogo del ritrovamento è stata la stessa donna accusata del delitto. Gli inquirenti sono riusciti a risalire ai responsabili incrociando vari elementi dopo essere intervenuti per l'incendio di un'auto, che si è poi rivelata appartenere a Caldarelli. Del quale, nel frattempo, era stata denunciata la scomparsa.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Teramo, lo scorso 11 aprile i due arrestati avrebbero attirato la vittima in un’abitazione a Corropoli, sempre in provincia di Teramo, con l'obiettivo di rapinarlo. Caldarelli chattava da qualche tempo con la donna e sarebbe stata lei a chiedergli di raggiungerla a casa sua per un incontro.
Qui, insieme al compagno, gli avrebbe intimato di consegnare i soldi e la sua auto, ma lui si sarebbe opposto, dando origine a una colluttazione durante la quale sarebbe stato pugnalato più volte.
Dopo essersi disfatti del cadavere, la coppia ha cambiato colore alla vettura della vittima, verniciandola di nero e, pur non avendo la patente, l'ha utilizzata per girare in zona.
Alla fine, in una zona periferica di Giulianova, i due hanno dato fuoco alla macchina. I carabinieri, intervenuti per l'incendio, sarebbero risaliti al proprietario tramite il numero di telaio, dando il via alle indagini.
Il servizio della tv locale TvSei sul caso
Tramite le telecamere di videosorveglianza, i carabinieri sono riusciti a vedere che, alla guida dell'auto, c'era una donna con i capelli rossi: la stessa con cui la vittima chattava sui social. Al suo fianco un uomo corpulento.
Da qui gli inquirenti hanno collegato i vari elementi in loro possesso, riuscendo a risalire alla loro identità. I due sono stati fermati e lei avrebbe ammesso le proprie responsabilità.
Un altro elemento agghiacciante è intanto emerso nelle ultime ore. La coppia omicida avrebbe, precedentemente, sequestrato e rapinato un altro uomo utilizzando le stesse modalità.
Anche in questo caso la vittima sarebbe stata attirata con la scusa di un appuntamento a sfondo sessuale nell'appartamento di Corropoli, dove i due sono stati raggiunti dai carabinieri nella giornata di martedì 15 aprile.
L'uomo avrebbe consegnato denaro e auto per poter tornare libero e denunciare quanto accaduto. Caldarelli, invece, stando alle prime ricostruzioni, si sarebbe opposto a queste richieste, finendo per essere ucciso con brutalità.
La coppia è accusata di sequestro di persona, rapina, omicidio e occultamento di cadavere. Per l'altro caso, invece, di sequestro di persona, rapina e lesioni. I carabinieri stanno indagando per risalire a eventuali altre vittime.
Nelle prossime ore verrà effettuata l'autopsia sulla salma del 48enne.
La comunità della piccola località abruzzese è sotto shock per quanto accaduto. Sui social erano stati lanciati degli appelli per il ritrovamento di Martino Caldarelli. Della sua scomparsa si stava occupando anche l'associazione Penelope.
"Dovranno pagare per quello che ti hanno fatto amico mio" scrive Manuel su Facebook, condividendo un ricordo della vittima.