21 Apr, 2025 - 11:38

Come è morto Papa Francesco? Le teorie del complotto: dal vaccino Covid all'avvelenamento

Come è morto Papa Francesco? Le teorie del complotto: dal vaccino Covid all'avvelenamento

La morte di Papa Francesco, avvenuta il 21 aprile 2025 all’età di 88 anni, ha scosso il mondo cattolico e non solo. L’annuncio ufficiale è arrivato dal cardinale Kevin Farrell alle 7:35 del mattino, nella cappella di Casa Santa Marta, residenza vaticana dove il Pontefice era stato trasferito dopo un periodo di ricovero al Policlinico Gemelli.

La notizia, confermata da tutte le principali fonti ufficiali, ha dato il via a una ondata di cordoglio globale, ma anche, come spesso accade in questi casi, a una proliferazione di teorie del complotto sui social network.

Causa della morte di Papa Francesco: i fatti

Papa Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio, era stato dimesso dal Policlinico Gemelli il 23 marzo dopo un ricovero dovuto a una riacutizzazione della bronchite e a un’infezione polimicrobica alle vie respiratorie.

Gli era stato consigliato un periodo di convalescenza di almeno due mesi, con terapie mirate per recuperare la piena funzionalità respiratoria e vocale, e con la raccomandazione di limitare i contatti per evitare il rischio di infezioni, soprattutto in vista del grande afflusso di pellegrini per il Giubileo.

Nonostante queste precauzioni, Papa Francesco aveva scelto di essere presente tra i fedeli in occasione della Pasqua, apparendo in pubblico per la benedizione Urbi et Orbi e compiendo un giro in papamobile tra la folla di Piazza San Pietro. La sua fragilità era evidente, ma il Pontefice aveva voluto comunque salutare i fedeli, affidando la lettura del messaggio pasquale a mons. Diego Ravelli e limitandosi a poche parole di augurio.

La morte è sopraggiunta a Casa Santa Marta, dove il Papa stava proseguendo la convalescenza, sottoponendosi a cicli quotidiani di fisioterapia respiratoria e motoria, e utilizzando la ventilazione assistita solo in modo residuale. La causa ufficiale del decesso, secondo quanto riportato dalle fonti vaticane, è legata alle complicazioni respiratorie e all’aggravarsi delle condizioni cliniche già precarie da tempo.

Le teorie del complotto: cosa circola sui social

Nonostante la chiarezza delle fonti ufficiali e la trasparenza delle comunicazioni vaticane, sui social network sono rapidamente circolate numerose teorie del complotto, alcune delle quali già presenti da settimane, alimentate da personaggi noti e meno noti del panorama mediatico e digitale.

1. L’avvelenamento

Una delle teorie più diffuse sostiene che Papa Francesco sarebbe stato avvelenato. Secondo questa narrazione, dietro la morte del Pontefice ci sarebbe una mano interna o esterna al Vaticano, interessata a eliminare un Papa considerato troppo progressista o scomodo.

Non esistono tuttavia prove a sostegno di questa ipotesi, né riscontri da parte delle autorità sanitarie o giudiziarie. L’autopsia, se svolta, non ha mai confermato tracce di sostanze sospette, e la versione ufficiale rimane quella di un decesso per cause naturali legate all’età e alle condizioni di salute.

2. “L’hanno fatto sforzare troppo”

Un’altra teoria, meno fantasiosa ma comunque priva di fondamento, attribuisce la morte del Papa al presunto eccessivo stress e alle troppe sollecitazioni a cui sarebbe stato sottoposto negli ultimi giorni. In particolare, si fa riferimento alle apparizioni pubbliche durante la Pasqua e agli incontri con personalità internazionali, come il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance.

In realtà, tutte le uscite di Papa Francesco sono state valutate e gestite dal suo staff medico, e lo stesso Pontefice, pur desiderando essere tra i fedeli, seguiva un programma di riabilitazione e fisioterapia sotto stretto controllo sanitario.

3. “Era già morto da settimane, quello che vedevamo era un sosia”

Forse la più surreale tra le teorie è quella secondo cui Papa Francesco sarebbe morto settimane prima dell’annuncio ufficiale, e che nelle ultime apparizioni pubbliche sarebbe stato sostituito da un sosia o addirittura da un deepfake, ossia una replica digitale creata con l’intelligenza artificiale.

Questa narrazione, partita da Fabrizio Corona, si è diffusa soprattutto su TikTok, YouTube e nei circuiti di informazione alternativa, dove si sostiene che il Vaticano avrebbe nascosto la morte del Papa per motivi “organizzativi”, in attesa di preparare la successione e gestire la comunicazione.

Alcuni, in modo ironico o provocatorio, hanno addirittura suggerito che il sosia sarebbe stato l’attore Jonathan Pryce, interprete di Bergoglio nel film “I due Papi”, o, in una versione ancora più fantasiosa, il celebre attore Gene Hackman. Queste teorie, oltre a non avere alcun riscontro nella realtà, si scontrano con la difficoltà di trovare un sosia perfetto in grado di replicare l’aspetto, la voce, le lingue e l’empatia del Pontefice.

4. Il vaccino anti Covid

Tra le teorie complottiste più diffuse sui social dopo la morte di Papa Francesco, una delle più ricorrenti è quella che collega il peggioramento delle sue condizioni di salute alla vaccinazione contro il Covid-19. Questa narrazione si è sviluppata soprattutto nei circuiti no-vax e tra alcuni opinionisti che da tempo criticano la posizione favorevole del Pontefice verso la campagna vaccinale.

Papa Francesco era stato uno dei principali sostenitori della vaccinazione, ricevendo pubblicamente la terza dose nell’ottobre 2021 e invitando più volte la popolazione mondiale a vaccinarsi come gesto di responsabilità e amore verso il prossimo. Tuttavia, già durante il suo ricovero al Policlinico Gemelli per una polmonite bilaterale, alcuni utenti sui social hanno iniziato a insinuare che le sue difficoltà respiratorie e il peggioramento clinico potessero essere una conseguenza a lungo termine del vaccino anti-Covid. Tra i più noti a rilanciare questa teoria è stato l’avvocato Carlo Taormina, che su X ha ipotizzato una correlazione tra la polmonite del Papa e presunti effetti collaterali del vaccino, sostenendo che si trattasse di “conseguenze esclusive dello pseudo vaccino anti Covid”.

Queste affermazioni sono state riprese e amplificate da numerosi post su Facebook, Instagram e blog, dove si è arrivati a sostenere che il Papa “si sarebbe meritato” la malattia per aver promosso la campagna vaccinale, o che avrebbe dovuto ascoltare chi metteva in dubbio la sicurezza dei vaccini. Alcuni commentatori hanno addirittura suggerito che la sua lunga convalescenza e la difficoltà a riprendersi fossero la prova di un danno irreversibile causato dal vaccino.

Tuttavia, queste teorie non trovano alcun riscontro nelle evidenze scientifiche né nelle informazioni ufficiali diffuse dal Vaticano e dai medici che hanno seguito il Pontefice. Le fonti sanitarie hanno sempre parlato di una polmonite bilaterale di origine batterica, una complicanza comune in persone anziane e con un quadro clinico già compromesso, senza mai menzionare correlazioni con la vaccinazione. Anche durante i periodi di maggiore preoccupazione per la salute del Papa, i bollettini medici hanno sempre sottolineato la natura infettiva e non vaccinale della patologia.

5. Il Vaticano nasconde la verità

Un filone parallelo del complottismo sostiene che il Vaticano avrebbe deliberatamente occultato la morte del Papa per evitare il caos e preparare un conclave “segreto”.

 Questa teoria richiama alla memoria le leggende metropolitane su altri personaggi famosi, come il “Paul is dead” dei Beatles, e si basa su una sfiducia di fondo verso le istituzioni e i media ufficiali. In realtà, le procedure vaticane per la constatazione della morte di un Pontefice sono estremamente rigorose e trasparenti, e la notizia è stata comunicata pubblicamente dal Camerlengo alla presenza dei principali rappresentanti della Curia.

Altre teorie: dai Simpson a Guantanamo

Tra le teorie più bizzarre circolate online si segnalano anche:

  • Un presunto episodio dei Simpson che avrebbe “previsto” la morte di Papa Francesco nel 2025, in realtà un falso creato con l’intelligenza artificiale.
  • La convinzione che il Pontefice sarebbe stato arrestato e giustiziato a Guantanamo, accompagnata da fotomontaggi che lo ritraggono in tuta carceraria.

Perché proliferano le teorie del complotto?

La diffusione di queste narrazioni alternative trova terreno fertile in un’epoca caratterizzata da sfiducia verso le fonti ufficiali, dalla velocità della comunicazione digitale e dalla ricerca di spiegazioni straordinarie per eventi traumatici o difficili da accettare. Il fenomeno è stato alimentato anche da personaggi pubblici che, per visibilità o provocazione, hanno rilanciato queste teorie senza alcun riscontro fattuale.

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