25 Oct, 2025 - 12:41

Rinunciare al riscaldamento centralizzato: quando si può fare?

Rinunciare al riscaldamento centralizzato: quando si può fare?

Molti condomini si chiedono se sia possibile rinunciare al riscaldamento centralizzato e passare a un sistema autonomo. La legge consente questa possibilità, a patto che il distacco non crei problemi tecnici o costi aggiuntivi per gli altri abitanti del condominio. 

L’articolo 1118 del Codice Civile stabilisce infatti che ogni condomino può scegliere di non utilizzare più l’impianto comune di riscaldamento, ma deve dimostrare, con una perizia tecnica redatta da un professionista, che questa decisione non provoca squilibri nell’impianto né aumenti di spesa per gli altri. Recenti sentenze della Corte di Cassazione hanno confermato questo diritto.

Ecco cosa sapere.

Perché il riscaldamento centralizzato può essere costoso?

Il riscaldamento centralizzato spesso comporta spese elevate, soprattutto per chi usa poco i termosifoni, ad esempio perché lavora fuori casa o non sente troppo freddo.

Oltre a pagare il calore consumato, infatti, si devono sostenere anche costi fissi per la manutenzione dell’impianto e per le perdite di calore che interessano tutti i condomini, anche chi non riscalda la propria casa.

Inoltre, la legge obbliga il condominio a tenere acceso il riscaldamento per un numero minimo di ore al giorno, in base alla zona climatica.

Questo rende difficile ridurre i consumi per chi resta poco in casa. Spesso gli amministratori dividono le spese basandosi sui consumi dell’anno precedente, quindi anche cambiando abitudini, si pagherà un costo fisso fino al conguaglio dell’anno successivo, con il rischio di bollette salate concentrate in pochi mesi.

Come funziona il distacco dal riscaldamento centralizzato?

Per staccarsi dall’impianto non serve il permesso dell’assemblea condominiale, perché si tratta di un diritto del singolo condomino, purché il distacco non danneggi gli altri.

È però necessario comunicare la volontà all’amministratore, allegando la perizia che attesta l’assenza di conseguenze negative. L’amministratore informerà l’assemblea, ma nessuno potrà opporsi se la perizia è valida.

In caso di contestazioni, si può richiedere una seconda perizia per valutare eventuali danni o spese maggiori. Chi si stacca, però, continua a essere proprietario di una parte dell’impianto e deve contribuire alle spese di manutenzione ordinaria e straordinaria, oltre a pagare per il calore che riceve indirettamente attraverso tubi e dispersioni.

Va inoltre considerato che regolamenti condominiali o norme locali possono vietare il distacco, soprattutto se l’impianto centralizzato è considerato più ecologico.

Quanto costa passare al riscaldamento autonomo?

Cambiare sistema e passare al riscaldamento autonomo richiede un investimento iniziale. 
La prima spesa è quella della perizia tecnica, che può costare dai 500 ai 1.200 euro, a seconda della complessità dell’impianto e della grandezza dell’appartamento. Esiste anche una perizia più semplice, intorno ai 200 euro.

Poi c’è il costo per l’acquisto della caldaia autonoma, che varia da 700 fino a 2.500 euro, senza considerare l’installazione. Spesso è necessario adattare l’impianto esistente, ad esempio deviando i tubi, con costi variabili in base all’intervento. Ovviamente, si può anche pensare ad altre forme di riscaldamento, come la stufa a pellet.

Infine, la realizzazione o modifica della canna fumaria può costare da 1.500 a 3.000 euro, ma in edifici molto alti o situazioni particolari il prezzo può arrivare fino a 5.000 euro.

Nonostante la spesa iniziale, chi sceglie il riscaldamento autonomo può risparmiare nel tempo, gestendo il calore in modo più efficiente e accendendo i termosifoni solo quando serve. Tuttavia, alcune spese legate all’impianto centralizzato rimangono obbligatorie anche dopo il distacco.

Si fa presente che quelli descritti sono costi assolutamente indicativi e generali. Ovviamente, i costi reali si differenziano in base alle singole condizioni ed esigenze.

Staccarsi dal riscaldamento centralizzato: cosa sapere

  • Il distacco è possibile, ma con condizioni: la legge consente di rinunciare al riscaldamento centralizzato, purché non si creino problemi tecnici o spese maggiori per gli altri condomini. Serve una perizia tecnica che certifichi la fattibilità del distacco;
  • Il riscaldamento centralizzato può risultare costoso: anche chi usa poco i termosifoni deve contribuire alle spese fisse per manutenzione e dispersioni di calore, rendendo il sistema meno conveniente per chi è spesso fuori casa;
  • I costi per passare al riscaldamento autonomo: il distacco comporta spese iniziali per la perizia, l’acquisto e l’installazione della caldaia, eventuali modifiche all’impianto e alla canna fumaria. Il risparmio si vede nel tempo grazie a una gestione più autonoma e mirata del calore.
LEGGI ANCHE