22 Apr, 2025 - 18:42

Papa Francesco a chi voleva sferrare un pugno in bocca e chi ha schiaffeggiato?

Papa Francesco a chi voleva sferrare un pugno in bocca e chi ha schiaffeggiato?

Papa Francesco aveva il suo bel caratterino, diciamo la verità. Era un gesuita, un uomo di fede abituato a lottare, un uomo di calle e di palazzo: di garra, per fare un paragone con quegli arcigni centrocampisti del calcio argentino, non certo un placido francescano di convento. Insomma, "ad maiorem Dei gloriam", come recita il motto del suo ordine: anche con le maniere spicce. E così, nel corso del suo Pontificato, non sono mancati gli episodi in cui ha fatto notare anche una certa propensione ad imporsi, o a difendersi, fisicamente. 

Nel gennaio 2015, ad esempio, fece scalpore la risposta che diede sull'aereo che lo portava a Manila, nelle Filippine: un giornalista francese gli chiese dell'attentato a Charlie Hebdo, il giornale satirico finito solo cinque giorni prima nel mirino dei terroristi di Al Qaida perché reo di aver raffigurato il Profeta Maometto nelle sue vignette. Dodici morti, undici feriti: Occidente sotto shock per il primo di una lunga serie di attentati di matrice islamica che insanguinarono le sue capitali in quegli anni.

Ma lui, in un certo qual modo, giustificò i terroristi sostenendo che se qualcuno gli avesse insultato la mamma, sarebbe stato pronto a reagire sferrandogli un pugno in bocca.

A ricordare quelle sue parole dieci anni dopo, forse davvero si possono assegnare loro i crismi dell'emblematicità.

Ma tant'è: Bergoglio, durante il suo Pontificato, è passato anche dalle parole ai fatti. Il 31 dicembre 2019 perse la pazienza con una fedele che in piazza San Pietro non voleva lasciargli la mano.

Qualche mese prima, aveva avuto quasi la stessa reazione con dei fedeli che a Loreto gli baciavano l'anello.

Papa Francesco e il pugno che era pronto a sferrare

E insomma: se Papa Francesco spesso e volentieri è stato raffigurato dagli street artist come un supereroe pronto a tutto non è un caso. Quanti discorsi, quante parole, quanti gesti ha speso affinché lo si immaginasse anche uomo d'azione, per così dire?

E comunque: i gesuiti sono i guerrieri di Dio non a caso. Tutto per la sua gloria. E Bergoglio, poi, metteva il carico da novanta perché era gesuita a modo suo, con la sua esperienza di vita spesa per buona parte nell'Argentina peronista, terzomondista, contro le democrazie liberali e l'Occidente. Nell'Argentina in cui è stato sempre un uomo del "progetto nazionale", progetto non a caso sorretto dalle antiche travi della cristianità ispanica: croce, spada e popolo fedele.

Per questo, quando gli chiesero di Charlie Hebdo, gli venne quasi naturale giustificare i terroristi parlando del pugno che sarebbe stato pronto a sferrare contro chi gli avesse insultato la mamma

È "normale"?! Reagire alla satira facendo irruzione nella redazione di un giornale, colpendo a morte 12 giornalisti e ferendone altri 11, è normale?!

Senza stare a ricordare che a novembre di quello stesso 2015, i terroristi tornarono a colpire Parigi (e con la Ville lumière il cuore dell'Occidente) al Bataclan e dintorni (130 morti), qualche giorno dopo le parole sul pugno, Giuliano Ferrara, ospite de "Le invasioni barbariche" di Daria Bignardi, ebbe modo di rappresentare l'imbarazzo di molti

Lo schiaffo alla fedele molesta

E comunque, col senno del poi: quel pugno, sebbene metaforico, già nel 2015 svelò molto di Bergoglio Papa.

Il resto, lo schiaffo alla fedele molesta di piazza San Pietro che non voleva lasciarlo andare (per cui chiese scusa l'indomani: "Ho perso la pazienza"), il ritirare repentinamente la mano davanti ai fedeli che volevano baciargli l'anello a Loreto (la Curia lo giustificò perché non voleva prendere infezioni), è davvero poca cosa, in quanto umanamente del tutto giustificabile. E comunque: dietro quell'aria da parroco bonaccione di paese, è sempre stato meglio non farlo arrabbiare.

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Giovanni Santaniello
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