La tassa sui pacchi di valore inferiore ai 150 euro provenienti da Paesi extra-UE che il Governo vorrebbe inserire in manovra continua a far discutere. Il motivo è semplice: pochi giorni fa l’Ecofin, il Consiglio Economia e Finanza dell’Unione europea, ha approvato l’introduzione di una misura analoga, pari a 3 euro che entrerà in vigore a partire dal 1° luglio 2026.
Se l’esecutivo dovesse approvare la tassa già nella legge di bilancio, si profilerebbe dunque il rischio di una doppia imposizione, destinata a colpire sia il comparto della logistica sia i consumatori.
Nelle intenzioni del Governo, l’applicazione di una tassa sui pacchi extra-UE di valore inferiore ai 150 euro serve ad arginare l’invasione di merci cinesi sul mercato europeo. Una “invasione di cavallette cinesi”, come l’ha definita il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che sta mettendo a dura prova il sistema produttivo italiano ed europeo, in particolare nel settore della moda e dell’abbigliamento.
“Con la misura in discussione nella legge di bilancio, che si aggiunge ai dazi predisposti alla frontiera dalla Commissione europea, introduciamo una piccola tassazione per la consegna di pacchi provenienti dalla Cina, non certo per quelli realizzati e prodotti nella nostra Europa”, ha rassicurato il ministro, sottolineando la portata gigantesca del fenomeno dell’ultra fast fashion, i cui volumi sono la conseguenza dei bassi costi di produzione nel mercato asiatico e in parte anche "dei dazi imposti dagli Stati Uniti", che hanno spinto le imprese cinesi a riversarsi in modo sempre più massiccio su quello europeo.
A guardare con preoccupazione alla tassa sono il comparto della logistica e le associazioni dei consumatori. Secondo queste, colpendo i prodotti di valore inferiore ai 150 euro, il dazio finirebbe infatti per incidere sui piccoli acquisti online, i più diffusi, con un costo destinato a ricadere sui consumatori finali e non sui produttori.
Secondo la FIAP - Federazione Italiana Autotrasportatori Professionali, la tassa rischia di “produrre effetti indesiderati sull’intera filiera logistica nazionale”, con un “aumento generalizzato dei costi operativi", aggravando così "una situazione già complessa per le imprese di autotrasporto”.
C’è inoltre un altro punto da valutare, e riguarda la reale applicabilità della tassa italiana. Il Governo, infatti, non può imporre un’imposta sulle importazioni, materia che rientra nelle competenze dell’Unione europea. Il rischio, pertanto, sarebbe quello di un’applicazione del dazio anche a prodotti europei o addirittura italiani: un’ipotesi che, come si è visto, è stata smentita dal ministro, ma sulla quale permangono comunque diversi dubbi.
Le strade che si prospettano, mentre il tempo per l’approvazione della manovra stringe, sono due: il ritiro della tassa da parte del Governo, oppure la sua applicazione limitata al semestre compreso tra il 1° gennaio 2026 e il 1° luglio 2026, data in cui entrerà in vigore il dazio europeo, approvato da tutti i ministri dell’economia dei Paesi UE.
“È un momento cruciale”, ha dichiarato il commissario europeo al Commercio, Maroš Šefčovič, sottolineando il segnale che l’Europa sta inviando al mercato asiatico – Temu, Shein, AliExpress, per citare le principali piattaforme – sulla serietà con cui l’Unione intende difendere la concorrenza leale e i propri interessi commerciali.
Solo nel 2024, infatti, sono stati importati nell’Unione europea 4,6 miliardi di pacchi, il 91% dei quali provenienti dalla Cina. Un trend in costante crescita, che non accenna a rallentare e che testimonia un’azione sempre più aggressiva da parte del mercato cinese.
A guidare la protesta contro la tassa sui pacchi, dal fronte delle opposizioni, è il leader di Italia Viva, Matteo Renzi: “Questi dicono ‘l’oro via da Banca d’Italia’ e nel frattempo mettono la tassa sui pacchi. Questo governo è un pacco”, ha attaccato l’ex presidente del Consiglio.
Contrario anche il Partito democratico, che sui social ha definito la misura “l’ennesima giravolta di una destra sempre più debole con i forti e sempre più forte con i deboli”.
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