Ha prima sparato al figlio, colpendolo al volto, poi ha tentato di togliersi la vita. Dramma familiare a Santa Maria a Monte, in provincia di Pisa: protagonista Benedetto Ceraulo, già condannato a 28 anni di reclusione come esecutore materiale dell'omicidio di Maurizio Gucci, avvenuto nel 1995.
Il 63enne è ricoverato in gravi condizioni all'ospedale, dove è piantonato. Stando a quanto emerso, il litigio tra i padre e figlio sarebbe scoppiato per futili motivi, ma le indagini sono ancora in corso.
Benedetto Ceraulo abitava da circa due anni nel comune di Santa Maria a Monte, in provincia di Pisa, dove stava cercando di rifarsi una vita dopo aver trascorso diverso tempo in carcere.
Originario di Caltanissetta, venne arrestato nel 1997 dalla Criminalpol poiché ritenuto l'esecutore materiale dell'omicidio di Maurizio Gucci, imprenditore e azionista di maggioranza dell'omonima casa di moda. Delitto commissionato dalla ex moglie Patrizia Reggiani. All'epoca Ceraulo era un ristoratore 35enne piegato dai debiti.
Condannato all'ergastolo in primo grado e poi a 28 anni, dal 2017 aveva usufruito della semilibertà partecipando a un progetto di viticoltura del carcere di Gorgona.
Con l'aggressione al figlio, avvenuta martedì 22 aprile 2025, è stato nuovamente arrestato.
La Procura di Pisa e i Carabinieri indagano sul drammatico episodio avvenuto nel giardino della casa dove Ceraulo abitava in affitto. Secondo quanto emerso, il 63enne avrebbe sparato al figlio Gaetano, di 37 anni, al culmine di un diverbio.
Proprio il 37enne, seppur ferito, è riuscito a scappare e a chiamare i soccorsi fermandosi in un bar. Il giovane vive in provincia di Milano e aveva raggiunto il padre nella sua abitazione per le festività pasquali.
Quando il giovane è fuggito con l'auto il 63enne, rimasto solo, ha tentato di suicidarsi. Ora è ricoverato all'ospedale di Cisanello di Pisa. Il figlio, che non è in pericolo di vita, si trova al Lotti di Pontedera.
Benedetto Ceraulo è ora accusato di tentato omicidio con recidiva specifica e detenzione di arma clandestina, aggravata ugualmente dalla recidiva. L'arma, una pistola di piccolo calibro con matricola abrasa, sarebbe stata trovata sul posto.
Le indagini delle forze dell'ordine sono ancora in corso per determinare il movente del tentato omicidio. Pare che il litigio sia scoppiato per un graffio sull'auto dell'uomo provocata dal figlio.