La tomba di Papa Francesco, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, è destinata a diventare un luogo di pellegrinaggio per milioni di fedeli. Eppure, a poche ore dalla cerimonia di sepoltura, un dettaglio inatteso ha attirato l’attenzione di esperti e osservatori: la lapide che custodisce il nome del Pontefice presenta un errore grafico che ha già acceso il dibattito tra gli addetti ai lavori e i devoti. L’imperfezione riguarda la spaziatura tra le lettere della parola “Franciscus”, in particolare tra la “R”, la “A” e la “N”, e rischia di compromettere l’armonia visiva di un’opera che avrebbe dovuto incarnare la sobrietà e la cura del dettaglio tanto care a Jorge Mario Bergoglio.
Nel mondo del design grafico, il termine tecnico per indicare la corretta distanza tra le lettere è “kerning” (in italiano, “crenatura”). Si tratta di un’operazione fondamentale, che serve a garantire leggibilità e armonia visiva a qualsiasi scritta, sia essa stampata su carta, proiettata su uno schermo o, come in questo caso, incisa nel marmo. Gli artigiani del marmo conoscono bene queste regole, che risalgono all’antichità e sono alla base della percezione estetica di ogni iscrizione. Tuttavia, sembra che il marmista incaricato dell’incisione del nome di Papa Francesco sulla lapide abbia trascurato proprio questi principi fondamentali.
L’errore è evidente: la distanza tra le lettere “R”, “A” e “N” nella parola “Franciscus” è esagerata rispetto al resto della scritta, creando un effetto visivo poco armonico e spezzando la continuità della parola. Questo difetto di spaziatura, seppur apparentemente minimo, risulta ben visibile a occhio nudo e ha generato perplessità tra chi si aspettava un’opera impeccabile per un uomo che ha fatto della cura dei dettagli uno stile di vita.
La lapide di Papa Francesco è stata concepita all’insegna dell’essenzialità: una lastra di marmo Finale Chiara, senza ornamenti, con una sola parola incisa – “Franciscvs” – e una croce pettorale, simbolo della missione del Pontefice. Questa scelta rispecchia perfettamente la volontà di Francesco di essere ricordato con umiltà, senza fasti né simboli di potere temporale. Tuttavia, la sobrietà dell’incisione ha portato a un altro inconveniente: la scritta risulta talmente delicata e poco profonda da essere quasi invisibile sul fondo bianco della pietra.
Il problema è stato segnalato da diverse fonti: fotografie interne hanno mostrato che la scritta “Franciscus” si confonde con la superficie lucida del marmo, rendendo difficile la lettura anche a breve distanza. Questo ha spinto la Fabbrica di Santa Maria Maggiore a valutare un intervento correttivo dell’ultimo minuto, con due possibili soluzioni: ripassare manualmente i caratteri per aumentarne la visibilità, oppure sostituire completamente la lastra con una nuova, sempre sobria ma più leggibile.
L’imperfezione della spaziatura tra le lettere non è solo una questione estetica: secondo molti esperti, “Dio è nei dettagli”, e proprio la cura dei particolari dovrebbe essere massima in un’opera destinata a durare nei secoli e a rappresentare la memoria di uno dei pontificati più significativi della storia recente. L’errore del marmista, che ha trascurato la regola fondamentale della crenatura, rischia di lasciare un segno indelebile su un monumento che avrebbe dovuto incarnare la perfezione della semplicità.
Il caso della lapide di Papa Francesco ricorda quanto sia importante, anche nelle scelte più sobrie, non trascurare l’equilibrio tra forma e funzione. La volontà di umiltà e discrezione non può andare a scapito della leggibilità e della dignità simbolica di un luogo sacro. Per questo motivo, la decisione finale sulle eventuali modifiche sarà presa a ridosso della cerimonia di tumulazione, con l’obiettivo di rispettare sia il desiderio del Pontefice sia le esigenze di chi vorrà onorarne la memoria nei secoli a venire.