La riforma delle pensioni è da sempre un argomento centrale e delicato che, ogni volta che viene affrontato, suscita dubbi e, soprattutto, timori.
Le decisioni in questo ambito sono spesso complesse: età pensionabile, uscite anticipate, importi, tagli o aumenti. I governi sono costantemente chiamati a compiere scelte difficili, tenendo conto dei vincoli di bilancio e delle prospettive di crescita del Paese. La situazione resta complicata, anche a causa del peso della spesa assistenziale.
Cosa ci si può aspettare? Vediamo quali sono le ultime novità sul fronte pensionistico, con un focus sui fondi privati e sulla necessità di rafforzarli.
Nel corso degli anni sono state avanzate molte proposte, ipotesi e desideri nell’ottica di una riforma equa e sostenibile. Tuttavia, si tratta di una questione complessa, capace di generare tanto consenso quanto scontento tra i cittadini.
Tra l’allungamento della vita - che comporta una permanenza più lunga nel mondo del lavoro - e la necessità di trovare nuovi strumenti per sostenere la spesa pubblica, il tema resta estremamente delicato.
Anche le formule di pensionamento anticipato, un tempo più vantaggiose, oggi appaiono meno convenienti. La riforma che molti auspicano potrebbe non arrivare mai, o non nell’immediato - se vogliamo essere realistici. Non a caso, una delle ipotesi attualmente in esame è quella di puntare sui fondi pensione e, più in generale, sulla previdenza complementare.
Nel 2024, il patrimonio complessivo dei fondi pensione ha raggiunto i 224,4 miliardi di euro. Si sta spingendo sempre più verso la previdenza integrativa, con l’eventualità di introdurre meccanismi di adesione automatica, specialmente per i nuovi lavoratori alla loro prima esperienza professionale.
Il problema delle pensioni, noto da tempo, richiede soluzioni strutturali. Si stanno quindi valutando strategie alternative e complementari, non solo per rafforzare il sistema previdenziale, ma anche per garantire una pensione dignitosa ai futuri pensionati. In quest’ottica, si sta considerando lo sviluppo di sinergie tra la previdenza complementare e le istituzioni pubbliche.
Il progressivo invecchiamento della popolazione esercita una pressione crescente sul sistema pensionistico, aggravata anche dall’aumento dell’aspettativa di vita.
Questa dinamica sta spingendo i governi ad adottare misure che incentivino i giovani ad aderire a forme di previdenza integrativa.
I fondi pensione sono strumenti di previdenza complementare che hanno lo scopo di integrare la pensione pubblica erogata dall’Inps. In pratica, servono ad accantonare risorse durante la vita lavorativa per garantirsi una pensione aggiuntiva quando si smette di lavorare.
Al tempo stesso, il governo sta valutando l’opportunità di bloccare l’ulteriore aumento di tre mesi dell’età pensionabile.
Il fondo pensione negoziale rientra nella categoria della previdenza complementare. È destinato ai lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato e viene istituito per iniziativa delle parti sociali attraverso contratti collettivi, regolamenti aziendali o specifici accordi.
Nel 2024, i fondi pensione negoziali hanno registrato un rendimento netto del 6%, a fronte di una rivalutazione del TFR pari all’1,9%.
A differenza dei fondi negoziali, i fondi pensione aperti sono istituiti da banche, società di gestione del risparmio, imprese di investimento o compagnie assicurative. Questi fondi sono costituiti come patrimoni separati, distinti da quelli della società promotrice, in conformità con l’articolo 2117 del Codice Civile.
I fondi pensione aperti sono accessibili a chiunque, compresi i soggetti che non svolgono attività lavorativa. L’adesione può avvenire su base individuale o collettiva; in quest’ultimo caso, è previsto il contributo del datore di lavoro e, spesso, anche il versamento del TFR.
Nel 2024, i fondi pensione aperti hanno registrato un rendimento netto del 6,5%.
La riforma delle pensioni è un tema complesso e attuale, legato all’invecchiamento della popolazione, alla sostenibilità della spesa pubblica e alla necessità di garantire pensioni adeguate ai futuri pensionati.
Si punta sempre più sulla previdenza complementare, in particolare sui fondi pensione, come strumento per integrare la pensione pubblica e rendere il sistema più solido nel lungo periodo.
Esistono due principali tipi di fondi pensione: i negoziali (collettivi, legati a categorie professionali) e gli aperti (accessibili a tutti), entrambi con buoni rendimenti e vantaggi fiscali.