Il conclave è uno degli eventi più solenni e misteriosi della Chiesa cattolica: il momento in cui i cardinali si riuniscono in isolamento nella Cappella Sistina per eleggere il nuovo Papa. Ma quanti scrutini si tengono ogni giorno? Come si articolano le votazioni e quali sono le regole che scandiscono il ritmo di queste giornate intense? Ecco tutto quello che c’è da sapere sul numero di votazioni quotidiane durante un conclave.
Dal secondo giorno di conclave in poi, il ritmo delle votazioni è scandito con grande precisione: si tengono quattro scrutini al giorno, suddivisi in due al mattino e due al pomeriggio. Questa regola è stata stabilita per garantire un processo elettivo rapido ma riflessivo, che permetta ai cardinali di confrontarsi, riflettere e votare più volte senza eccessivi tempi morti.
La giornata tipo dei cardinali elettori inizia presto, con le Lodi e la Messa, seguite dalle prime due votazioni mattutine. Dopo una pausa per il pranzo e il riposo, si torna nella Cappella Sistina per altre due votazioni nel pomeriggio. Questo schema si ripete ogni giorno fino all’elezione del nuovo Pontefice.
Il primo giorno di conclave fa eccezione: dopo la cerimonia di apertura e l’ingresso nella Cappella Sistina (“extra omnes”), si tiene generalmente una sola votazione nel pomeriggio. Questa scelta è dovuta ai tempi tecnici necessari per l’insediamento e la preparazione dei cardinali. Dal giorno successivo si passa al ritmo pieno delle quattro votazioni quotidiane.
Le votazioni sono accompagnate dal celebre rito delle fumate: il fumo nero annuncia che nessun candidato ha raggiunto il quorum, mentre il fumo bianco segnala l’elezione del nuovo Papa. Le fumate visibili sono due al giorno: una dopo le votazioni mattutine e una dopo quelle pomeridiane. Tuttavia, se il Papa viene eletto già nella prima votazione della sessione, la fumata bianca può essere anticipata e segnalare subito l’avvenuta elezione.
Ogni scrutinio si svolge in tre fasi:
Se il numero delle schede non corrisponde a quello degli elettori, la votazione è annullata e si ripete immediatamente. Se nessun candidato raggiunge i due terzi dei voti, si passa allo scrutinio successivo.
Se dopo tre giorni di votazioni non si arriva a una decisione, le regole prevedono una pausa di preghiera e riflessione, seguita dalla ripresa delle votazioni con lo stesso ritmo. Dopo ogni serie di sette scrutini senza esito, si può fare un’altra pausa e, solo in casi estremi, si passa a una votazione tra i due cardinali che hanno ottenuto più voti negli scrutini precedenti, ma sempre mantenendo la necessità di una maggioranza qualificata.
Questa prassi è stata introdotta per evitare i lunghi stalli che in passato hanno caratterizzato alcuni conclavi, come quello del 1268-1271 durato quasi tre anni. Oggi, il ritmo serrato delle votazioni permette di favorire il confronto e la ricerca del consenso senza prolungare eccessivamente l’elezione.
Esempi recenti: i conclavi del XXI secolo
Negli ultimi conclavi, il numero di votazioni quotidiane è stato rispettato con precisione:
Questo dimostra che, anche con un massimo di quattro votazioni al giorno, l’elezione può avvenire rapidamente se si raggiunge un consenso ampio tra i cardinali.