La figura della papessa Giovanna, una donna che sarebbe riuscita a salire al soglio pontificio travestita da uomo nell’Alto Medioevo, è una delle storie più affascinanti e controverse della tradizione europea. Ma qual è il confine tra mito e realtà? Davvero una donna ha guidato la Chiesa cattolica? Ecco cosa emerge dall’analisi storica e dalle fonti.
Secondo la narrazione più diffusa, Giovanna sarebbe stata una donna inglese, nata a Magonza, che per la sua grande cultura e intelligenza riuscì a farsi accettare in ambienti ecclesiastici maschili travestendosi da uomo, con il nome di Johannes Anglicus. Dopo aver studiato ad Atene e aver seguito il suo amante in giro per l’Europa, sarebbe arrivata a Roma, dove, grazie alle sue doti, fu eletta papa alla morte di Leone IV, nel 855, assumendo il nome di Giovanni VIII.
La leggenda racconta che Giovanna mantenne la sua doppia identità anche da pontefice, ma non rinunciò ai rapporti amorosi e rimase incinta. Il suo segreto fu svelato durante una solenne processione, quando, nei pressi della basilica di San Clemente a Roma, fu colta dalle doglie e partorì davanti alla folla. La reazione fu violenta: secondo alcune versioni, la papessa morì di parto; secondo altre, fu trascinata e lapidata dalla folla inferocita. In seguito, il suo nome sarebbe stato cancellato dagli annali papali e la strada dove avvenne il fatto evitata dalle processioni pontificie.
Nonostante il fascino della storia, gli storici sono concordi nel considerare la papessa Giovanna una figura leggendaria, priva di fondamento documentale. Le prime testimonianze scritte sulla sua esistenza risalgono al XIII secolo, ben quattro secoli dopo i presunti fatti. Il racconto compare in cronache di autori domenicani come Jean de Mailly e Martin Polono, e viene poi ripreso da altri storici e cronisti, ma non esistono fonti coeve all’epoca in cui sarebbe vissuta Giovanna.
Molti studiosi ritengono che la leggenda sia nata come satira o critica nei confronti del papato, in un periodo di crisi e corruzione ecclesiastica. La diffusione della storia aumentò dopo la Riforma protestante, quando venne usata per screditare la Chiesa cattolica, accusandola di immoralità e inganni.
La leggenda della papessa Giovanna ha assunto nel tempo molte varianti. In alcune versioni, Giovanna sarebbe morta subito dopo il parto; in altre, sarebbe stata rinchiusa in un convento o sepolta in un luogo segreto. Si racconta anche che, dopo la sua scoperta, fu introdotto il rito della “verifica fisica” del sesso del nuovo papa, tramite una sedia forata, per evitare che una donna potesse di nuovo salire al soglio di Pietro. Tuttavia, anche questa storia è priva di fondamento storico e nasce probabilmente da un fraintendimento sull’uso di alcune sedie antiche di origine romana.
Un ulteriore elemento che ha contribuito al successo della leggenda è la presenza di un’edicola votiva dedicata alla Madonna con il bambino, ancora oggi visibile tra Via Ss. Quattro e Via dei Querceti a Roma, che la tradizione popolare collega al luogo del “fattaccio”.
Gli storici moderni sono pressoché unanimi: la papessa Giovanna non è mai esistita. Non esistono documenti ufficiali, cronache coeve o testimonianze che confermino l’esistenza di un papa donna nella storia della Chiesa cattolica. Gli elenchi papali sono completi e non presentano “buchi” compatibili con il presunto pontificato di Giovanna. La narrazione, inoltre, si inserisce in un contesto culturale in cui le donne erano escluse dal sacerdozio e dai ruoli di potere ecclesiastico, rendendo di fatto impossibile un simile evento.
La leggenda, tuttavia, ha avuto una straordinaria fortuna: è sopravvissuta nei secoli, alimentando romanzi, film, opere teatrali e persino i tarocchi, dove la carta della Papessa rappresenta la conoscenza e la saggezza femminile. In epoca moderna, la figura di Giovanna è stata riletta come simbolo di emancipazione e di ribellione contro le restrizioni imposte alle donne.
Il mito della papessa Giovanna continua a esercitare fascino perché incarna la trasgressione di un tabù: una donna che riesce a ingannare il sistema e a raggiungere il vertice di un’istituzione maschile per eccellenza. In un’epoca in cui il ruolo delle donne nella Chiesa e nella società è sempre più dibattuto, la leggenda offre spunti di riflessione sul potere, l’identità e la discriminazione di genere.