Il 7 maggio 2025 si è spento a Roma Nino Marazzita, uno dei più noti e influenti avvocati penalisti italiani, protagonista di alcuni tra i processi più celebri e controversi della storia giudiziaria nazionale. Aveva 87 anni e, come ha ricordato il figlio Giuseppe, ha lottato a lungo contro una malattia che lo aveva colpito negli ultimi anni, affrontandola con la grinta che lo ha sempre contraddistinto.
La scomparsa di Nino Marazzita è avvenuta nella sua abitazione romana, nel quartiere Collina Fleming, dopo una lunga malattia. La notizia è stata data dal figlio Giuseppe, anch’egli avvocato, che ha sottolineato come il padre abbia combattuto fino all’ultimo con grande determinazione. Marazzita si è spento circondato dall’affetto della famiglia, lasciando un vuoto profondo nel mondo della giustizia e tra quanti lo hanno conosciuto e stimato.
Nato a Palmi, in provincia di Reggio Calabria, il 2 aprile 1938, Nino Marazzita era figlio d’arte: il padre Giuseppe fu avvocato, senatore socialista e sindaco della cittadina calabrese. Inizialmente attratto dal mondo del cinema – frequentò il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, diplomandosi come regista – Marazzita scelse poi la toga, seguendo le orme paterne e intraprendendo la carriera forense nel 1965.
La vita privata di Nino Marazzita è sempre stata molto riservata. Sappiamo che era padre di due figli, entrambi avvocati: la figlia è anche cantante lirica, mentre il figlio Giuseppe è docente di diritto costituzionale. Marazzita viveva a Roma, dove aveva la sua abitazione e il suo studio, circondato dalla famiglia. Non è certo se fosse legalmente sposato, ma ha sempre mantenuto un forte legame con i suoi cari.
Oltre al diritto, Marazzita coltivava molte passioni: era un grande appassionato di cinema, letteratura, automobili e orologi. Amava la musica classica e aveva una particolare predilezione per Cesare Beccaria e il cinema di Quentin Tarantino. Era noto anche per la sua ironia e per la capacità di affrontare la vita con leggerezza, senza mai rinunciare alla qualità e all’eleganza.
L'attività professionale di Marazzita si intreccia con la storia giudiziaria italiana: Marazzita ha partecipato come difensore o parte civile a numerosi processi di rilievo nazionale. Tra i più noti, la difesa di Pietro Pacciani, sospettato come “mostro di Firenze”, la rappresentanza della famiglia di Rosaria Lopez nel processo per il massacro del Circeo, la parte civile per l’omicidio di Pier Paolo Pasolini e l’assistenza a Eleonora Moro nel caso del sequestro e assassinio di Aldo Moro. Ha inoltre difeso Donato Bilancia, protagonista di una lunga scia di delitti tra Liguria e Piemonte, e Gigliola Guerinoni, tra gli altri.
La sua carriera è stata segnata dall’impegno civile e dalla capacità di affrontare casi complessi e delicati, sempre con una forte attenzione ai diritti e alla persona, indipendentemente dal ruolo processuale. Marazzita ha spesso dichiarato che il suo lavoro consisteva nella difesa del cliente, chiunque esso fosse, e che il suo obiettivo era la ricerca della verità e della giustizia, anche a costo di esporsi mediaticamente.
Oltre alla carriera forense, Nino Marazzita è stato un personaggio pubblico molto conosciuto. Ha diretto la rivista “L’Eloquenza” e collaborato con numerosi periodici, tra cui “Detective & Crime” e “Polizia e Democrazia”. In televisione ha condotto per anni la rubrica “L’Avvocato risponde” su Rai 2, rispondendo ai quesiti giuridici dei telespettatori, ed è stato ospite fisso di programmi come “Forum” e “Lo Sportello di Forum” su Canale 5 e Rete 4 fino al 2019. La sua presenza nei salotti televisivi, da “Tappeto Volante” al “Maurizio Costanzo Show”, lo ha reso popolare anche fuori dalle aule di tribunale.
Negli ultimi anni si era dedicato anche all’analisi di misteri irrisolti, come nel documentario “Fuoco amico – La storia di Davide Cervia”, trasmesso da LA7 nel 2014.
Nino Marazzita lascia un segno indelebile nella storia della giustizia italiana. Uomo di cultura, spirito libero e “principe del foro”, ha attraversato decenni di cronaca giudiziaria senza mai perdere la sua autonomia di pensiero e la sua passione per la verità. La sua eredità è fatta di casi celebri, di battaglie civili e di un approccio umano e rigoroso alla professione, che continuerà a ispirare generazioni di avvocati e cittadini.