08 May, 2025 - 20:18

Robert Francis Prevost e le accuse di aver coperto abusi sessuali in Perù

Robert Francis Prevost e le accuse di aver coperto abusi sessuali in Perù

L’elezione di Robert Francis Prevost a Papa Leone XIV ha riportato sotto i riflettori alcune accuse di presunta negligenza nella gestione di casi di abusi sessuali durante i suoi incarichi precedenti, sia negli Stati Uniti che in Perù. È importante sottolineare che tali accuse non sono mai state provate e che, ad oggi, non esiste alcun riscontro concreto che dimostri un suo coinvolgimento in coperture o omissioni. Le vicende, pur avendo suscitato dibattito e attenzione mediatica, restano prive di fondamento oggettivo secondo le informazioni disponibili.

Le accuse a Prevost in Perù: il caso della diocesi di Chiclayo

Le principali contestazioni riguardano il periodo in cui Prevost fu vescovo della diocesi di Chiclayo, in Perù, dal 2014 al 2023. Alcuni media e presunte vittime hanno sostenuto che Prevost non avrebbe aperto un’indagine canonica formale su accuse di abusi sessuali rivolte a due sacerdoti della diocesi, tra cui padre Eleuterio Vásquez Gonzáles e padre Ricardo Yesquen. Tre sorelle, Ana Maria, Aura Teresa e Juana Mercedes Quispe, hanno dichiarato che la diocesi non avrebbe dato seguito alle loro denunce e che la documentazione inviata a Roma sarebbe stata “inadeguata” per impedire l’avvio di un procedimento penale canonico.

La diocesi di Chiclayo, però, ha sempre sostenuto di aver seguito tutte le procedure previste dal diritto canonico. Secondo le dichiarazioni ufficiali, Prevost avrebbe incontrato personalmente le presunte vittime, avviato un’indagine preliminare e trasmesso i risultati alla Santa Sede. Inoltre, avrebbe incoraggiato le donne a rivolgersi anche alle autorità civili. La diocesi ha precisato che il sacerdote accusato fu rimosso dal ministero attivo e che il caso fu successivamente riaperto dal nuovo vescovo, con la collaborazione delle autorità vaticane.

Le sorelle Quispe, tuttavia, hanno continuato a contestare la versione della diocesi, sostenendo di non essere mai state convocate per testimoniare e che non esistono decreti formali di apertura dell’indagine o di misure cautelari. Nonostante la loro insistenza, non sono mai emersi documenti o prove che dimostrino una volontà di Prevost di insabbiare o ostacolare le indagini.

Il caso di Chicago: la residenza di un sacerdote accusato

Un’altra vicenda riguarda il periodo in cui Prevost era superiore provinciale degli Agostiniani a Chicago, tra il 1999 e il 2001. In quegli anni, un sacerdote della diocesi di Chicago, padre James Ray, già accusato di abusi su minori, fu autorizzato a risiedere in una casa agostiniana non lontana da una scuola cattolica. Secondo alcune ricostruzioni, la decisione fu presa dal priore locale, non da Prevost, e non risulta che il sacerdote abbia commesso nuovi abusi durante la permanenza nella residenza.

Le fonti difensive sottolineano che l’episodio risale a prima dell’adozione delle linee guida più stringenti della Chiesa statunitense (Dallas Charter, 2002) e che la scelta fu motivata dalla necessità di monitorare il sacerdote in un ambiente controllato. Nonostante le critiche, non esistono prove che Prevost abbia agito con dolo o abbia violato le norme allora in vigore.

Nessun riscontro oggettivo alle accuse

A oggi, nessuna delle accuse rivolte a Robert Francis Prevost ha trovato riscontro oggettivo o si è tradotta in provvedimenti canonici o civili nei suoi confronti. Le autorità ecclesiastiche e vaticane hanno sempre confermato che le procedure adottate da Prevost erano conformi alle norme in vigore e che, nei casi contestati, furono avviate le indagini richieste, con la trasmissione degli atti agli organismi competenti.

Va inoltre ricordato che Prevost è stato tra i promotori delle linee guida per la tutela dei minori nella Chiesa peruviana e ha diretto la Commissione episcopale per la protezione dei minori e degli adulti vulnerabili, ricevendo la fiducia di Papa Francesco anche per questi motivi.

Strumentalizzazioni e speculazioni mediatiche

Secondo alcuni osservatori, le accuse contro Prevost sono state amplificate anche per ragioni di rivalità interne alla Chiesa e da parte di ex membri del clero in conflitto con la gerarchia. Alcuni giornalisti e critici avrebbero riportato le vicende in modo parziale o senza verificare la documentazione disponibile, contribuendo a creare un clima di sospetto senza basi concrete

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