The Northman è un capolavoro di film, diretto da Robert Eggers (Nosferatu) regista noto per la sua attenzione maniacale alla storicità e all’atmosfera.
Ambientato nel cuore del mondo vichingo, il film è stato girato tra le spettacolari terre d’Islanda, dell’Irlanda del Nord e della Repubblica d’Irlanda,
Ma come si conclude davvero la sua storia? Il finale è crudo, simbolico e carico di significato. Ecco i dettagli.
Prima di continuare nella lettura, guarda il trailer:
L'epico ritorno dei Vichinghi sul grande schermo con "The Northman" di Robert Eggers (Nosferatu) ha catturato l'attenzione non solo per la sua trama, ma anche per le sue potenti e suggestive ambientazioni.
Applaudito dalla critica, il film racconta la brutale storia di vendetta del principe Amleth contro lo zio Fjölnir, assassino di suo padre. Ma dove è stato ambientato questo capolavoro?
Il cuore pulsante delle riprese è stata l'Irlanda del Nord. I suoi paesaggi variegati e selvaggi hanno fornito lo sfondo ideale per gran parte della narrazione.
La contea di Down, le zone montuose vicino ad Atticall, la riserva forestale di Antrim Hills e la storica costa di Torr Head sono state fondamentali per ricreare l'atmosfera vichinga.
Anche la particolare formazione rocciosa di Gleniff Horseshoe e il villaggio di Cliffoney hanno contribuito a definire l'estetica del film.
Per catturare l'essenza più gelida e implacabile del Nord, la troupe si è spinta fino in Islanda.
Le scene che richiedevano paesaggi ghiacciati, specchio della dura esistenza dei personaggi, sono state girate sull'imponente ghiacciaio Svínafellsjökull.
Questo ghiacciaio, parte della calotta glaciale Vatnajökull (la più grande d'Europa), ha fornito le immagini perfette per rappresentare la natura estrema e spietata che forgia i destini dei protagonisti.
Il finale di "The Northman" è estremamente potente, crudo, violento. Il duello finale tra Amleth e Fjölnir sul vulcano, con i due che combattono nudi nella lava mentre il sole tramonto, è assolutamente spettacolare.
C'è qualcosa di primordiale in quella scena.
Alla fine Amleth ottiene la sua vendetta, ma a che prezzo? Muore anche lui. Anzi i due muoiono nello stesso istante. Amleth ferito al cuore e Fjölnir con la testa staccata di netto dalla spada di suo nipote.
Il film si chiude con il principe che immagina i suoi figli ormai cresciuti e vede le Valchirie che vengono a prenderlo. La profezia si avvera, ma in modo amaro.
Sì Amleth è riuscito a proteggere Olga e i loro due gemelli non ancora nati, ma non vivrà mai per vederli e loro non lo conosceranno mai.
Trovo affascinante come Eggers riesca a essere fedele alle saghe norrene originali e a mantenere quel senso di destino ineluttabile che da spettatrice ho avvertito in ogni singolo fotogramma, ma aggiungendo tutte quelle sfumature psicologiche moderne da cui non possiamo distaccarci.
Non è un semplice film di vendetta viching, ma fa riflettere sul costo della vendetta, sul ciclo della violenza. A cosa serve vendicarsi? Cosa si ottiene tentando di ricambiare il male con il male? Vale la pena struggersi o è meglio tentare di ricostruire la propria vita lontani da chi ci ha fatto del male?
The Northman è un'immersione viscerale nel mondo vichingo, un film che non fa sconti.
Robert Eggers riesce a intrecciare con maestria la brutalità cruda delle saghe nordiche con una tragedia familiare shakespeariana e il fascino oscuro di antichi e sanguinari rituali.
La regia è potente, supportata da un cast intenso, dove spicca anche la presenza quasi ultraterrena di Björk come veggente.
Il risultato è un'epopea storica che colpisce per il suo realismo spietato, ma che sa anche trasportare in una dimensione quasi onirica. Imperdibile per chi ama le storie epiche, ambiziose e senza compromessi.