14 May, 2025 - 08:45

Referendum 2025, i 4 quesiti su lavoro e Jobs Act: cosa si vota l'8 e il 9 giugno

Referendum 2025, i 4 quesiti su lavoro e Jobs Act: cosa si vota l'8 e il 9 giugno

Il Jobs Act torna nuovamente al centro del dibattito per via del referendum abrogativo dell’8 e del 9 giugno 2025. 4 dei 5 quesiti referendari riguardano proprio il lavoro e, al centro dell’attenzione, è finito nuovamente il Jobs Act e le sue regole sul licenziamento.

Infatti, al centro dei cinque referendum abrogativi in programma per l’8 e 9 giugno ci sono questioni cruciali come i licenziamenti, il lavoro precario, la sicurezza nei luoghi di lavoro e i diritti legati alla cittadinanza. Tutti temi molto delicati, spesso trascurati.

I quesiti referendari, infatti, prevedono proprio l’abrogazione di alcune delle norme entrate in vigore nel 2015 per reintrodurre le tutele previste dall’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.

Dopo aver spiegato i quesiti, in questo articolo faremo il punto sulle regole attuali sul licenziamento.

Referendum 8 e 9 giugno 2025: quali sono i quesiti sul lavoro

L’8 e il 9 giugno 2025 i cittadini sono chiamati a esprimersi su cinque quesiti referendari su lavoro e cittadinanza.

Il referendum abrogativo è valido se si raggiunge il quorum: è necessario che vadano a votare il 50%+1 degli aventi diritto.

Il primo quesito sul lavoro riguarda l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti nel contratto a tutele crescenti nel Jobs Act. La norma prevede che i lavoratori assunti nelle imprese con più di 15 dipendenti non abbiano diritto al reintegro dopo il licenziamento.

Il secondo quesito prevede l’abrogazione del tetto dell’indennità nei licenziamenti nelle imprese con meno di 16 dipendenti.

Il terzo quesito richiede la cancellazione della riforma sui contratti a termine fino a 12 mesi senza causali.

Infine, il quarto quesito sul lavoro prevede l’abrogazione della norma che, in caso di infortunio, limita la responsabilità dell’azienda appaltatrice e subappaltatrice.

Il quinto quesito referendario non riguarda il lavoro, ma la cittadinanza prevedendo di dimezzare da 10 a 5 anni il tempo minimo di residenza legale in Italia per avere la cittadinanza.

Le regole sul licenziamento previste dal Jobs Act

Le regole in materia di contratti di lavoro e licenziamenti sono state rivoluzionate e il primo dei quesiti referendari ne richiede l’abrogazione.

Il Jobs Act e l’entrata in campo del contratto di lavoro a tutele crescenti hanno modificato le regole relative al licenziamento, entrando in vigore dal 7 marzo 2015, modificando quanto previsto dall’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.

Il Jobs Act prevede le seguenti tipologie di licenziamento:

  • Economico: il lavoratore non può essere reintegrato in azienda, ma ha diritto a un indennizzo;
  • Disciplinare ingiustificato: il lavoratore ha diritto all’indennizzo crescente in base all’anzianità di servizio;
  • Discriminatorio: il lavoratore ha diritto al reintegro.

Al cuore del dibattito si trova la questione del reintegro del lavoratore in caso di licenziamento senza giusta causa, un principio originariamente sancito dall’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, ma significativamente limitato a partire dal 2015.

Quando si può impugnare il licenziamento

Il Jobs Act ha introdotto anche regole sui termini per l’impugnazione del licenziamento.
Il contratto a tutele crescenti porta con sé la regola che il lavoratore può impugnare il licenziamento entro 60 giorni dalla ricezione della notifica. Termine che si allunga a 180 giorni per l’impugnazione stragiudiziale.

Quelli descritti sono solo alcuni dei temi principali al centro del dibattito in vista del referendum abrogativo dell’8 e 9 giugno 2025.

Dobbiamo fare alcune conclusioni finali. Rispetto al 2015, seppur si tratta di appena 10 anni fa, il mondo del lavoro è cambiato. Il referendum è un’occasione utile per fermarsi a riflettere: per i lavoratori, per le imprese e per chi scrive le regole del lavoro.

In sintesi

  • Referendum 2025 sul lavoro e cittadinanza: l’8 e 9 giugno si vota su cinque quesiti referendari, quattro dei quali mirano ad abrogare parti del Jobs Act, in particolare le norme su licenziamenti.
  • Jobs Act e licenziamenti: il Jobs Act ha introdotto il contratto a tutele crescenti, riducendo il diritto al reintegro per i lavoratori licenziati e prevedendo indennizzi economici variabili.
  • Obiettivo del referendum: ripristinare alcune tutele cancellate nel 2015, come quelle previste dall’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.
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